Categories
Chi sono io

Ichi-Ni-san: la regola del tre.

Ichi-Ni-san, sono i primi tre numeri detti in giapponese (uno, due, tre).

Per certi versi questa sequenza rappresenta un tratto particolare del mio carattere che  la maggior parte delle persone ignora(o preferiscono ignorare).

Per quanto io sia fondamentalmente una persona molto paziente e abbastanza disponibile, in alcune cose sono intransigente. Se chiedo qualcosa a qualcuno, la chiedo al massimo tre volte, dopodichè per me quell’argomento è chiuso, morto, sepolto.

Questo limite numerico lo riesco a tenere sotto controllo in maniera inconscia, perchè il mio subconscio è in grado di assegnare dei gradi di “allerta” alle persone che mi stanno attorno. Si passa dal Green, al Yellow al Bright-Dangerous-Red.

Fortunatamente per i miei (scarsi) rapporti sociali, non mi chiudo a riccio, ma rimango sempre a disposizione di eventuali “input” dall’esterno. Queste occasioni possono riabilitare il “credito sociale” che è stato precedentemente esaurito dopo che è stata violata la regola del tre, ma la valutazione è soggettiva, basata su una serie di criteri troppo complessi e personali da essere completamente elaborati.

Ovvio che dall’essere propositivo all’essere passivamente disponibile ce ne passa! Ma da quello che ho visto, applicare questo filtro aiuta a scremare le persone davvero interessate a frequentarti, da quelle “tanto per”.

E’ un punto di vista che evita imbarazzi non necessari, se una ragazza dopo che l’hai chiesto tre volte cortesemente non vuole andarsi a prendere un aperitivo o un caffè, vuol dire che non si incastra nella mia idea di “interesse”. Non la costringo a rifiutare apertamente, se pensa di essere interessata si farà viva lei. Se un collega non accetta un mio parere dopo che gliel’ho sottoposto tre volte, smetto di proporlo (e poi sono fatti suoi).

2 replies on “Ichi-Ni-san: la regola del tre.”

beh comunque mi pare una buona regola.. alla fin fine un po’ tutti noi ci si scoccia dopo un po’, però spesso altri caratteri esplodono o peggio.. la “passiva disponibilità” dopo tutto mi sembra una buona cosa 🙂

ps. non c’entra niente, ma.. ti interessa compartecipare a un ordine di thinkgeek?

Comments are closed.