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District 9 è una figata pazzesca

Vedere Distretto 9 è un pò come fare un viaggio nel profondo Nordest, tranne che gli autori non si sono spinti a inserire Borghezio perchè era troppo irrealistico come personaggio.

edit: per qualche ragione il mio wordpress non memorizza lo strikethrough, insomma il barrato. Per questo motivo alcuni paragrafi vi sembreranno strani da leggere.

edit2: pare che il <del> funzioni solo nell’editor html e non nel visuale.. uff.

Sabato scorso ho approfittato del fatto che sono fuori dalla vita delle persone  tutti i miei conoscenti erano purtroppo impegnati e mi sono deciso da andare a vedere Distretto 9 per conto mio. E’ un film di cui avevo letto poco, ma dai trailer che c’erano in giro faceva pensare ad una trama originale e intrigante. Il fatto che poi fosse prodotto da Peter Jackon, faceva almeno presupporre un certo livello qualitativo!

La trama in breve e senza spoiler

Il film racconta uno spaccato di vita di Johannesburg ipotizzando che negli anni 80 sia arrivata un’astronave dallo spazio e si sia fermata sopra la città. Dopo i primi tentativi, l’umanità è penetrata nell’immenso vascello e ha scoperto che era l’equivalente di un barcone per il trasporto dei profughi dalla Libia. Similmente ai profughi diretti verso la repubblica delle banane,  uno dei paesi del G8, sull’immensa astronave sono stati scoperti centinaia di migliaia di alieni in stato di denutrizione, che sono poi stati portati a lampedusa a terra e rinchiusi alloggiati in un centro di accoglienza temporanea una baraccopoli recintata alla periferia della città (il distretto 9 appunto).

Gli alieni, sono davvero alieni: vengono chiamati “Gamberoni” e in effetti è proprio quello che sembrano. Molto ben fatti e ovviamente non parlano la nostra lingua (non hanno una bocca per farlo) quindi ci sono sempre i sottotitoli. Anche Borghezio ne avrebbe bisogno.

La regia (sempre senza spoiler)

Il film è organizzato inizialmente con uno stile documentaristico, un pò alla Cloverfield e un pò con lo stile di Verhoeven (spero di scriverlo giusto) che era il regista di Robocop e StarShip Troopers. Insomma l’occhio della cinepresa è quello di un cameraman che riprende delle scene di sgombero ed è una ricostruzione di eventi passati, insomma un immenso moviolone.

Nella seconda parte del film, la regia cambia totalmente, diventando una ripresa dinamica con tanto di scontri a fuoco, armi magiche e mosse mitiche, oltre ad un sacco di sana iperviolenza.

Per chi apprezza i robottoni giapponesi, Fanteria dello spazio di Heinlein, mechwarrior o il gioco di ruolo “Space Master”, verso la fine c’è da titillarsi l’augello per un motivo tecnologico. Ve lo accenno: PWRD RMR. Se siete fighi avete capito, sennò leggetevi daccapo fanteria dello spazio.

Kafka la metamorfosi

Il perchè del titolo di questa sezione lo capirete durante il film. Inoltre il film è anche un’elaborata metafora sulla segregazione razziale. Bossi l’ha visto e ha detto che i gamberoni verdi saranno il prossimo simbolo del suo partito: la lega Nord-galattica.

Finale

Il finale è un pò sottotono, non deludente, ma si poteva concludere con il botto. Probabilmente è una scelta stilistica quella di lasciar spazio alla riflessione invece che concludere con i fuochi d’artificio alla maniera di hollywood. Comunque il film merita e se sostituite ai gamberoni dei normalissimi razzisti ai quali fare la stessa esperienza profughi, vi verranno un pò di brividi lungo la schiena. Sopratutto perchè l’ispirazione per la storia arriva da Padova, da una situazione vera, ossia la permanenza dei profughi dello zimbawe in sud africa.

Insomma ve lo consiglio !