{"id":1888,"date":"2017-07-16T15:46:02","date_gmt":"2017-07-16T15:46:02","guid":{"rendered":"http:\/\/loupgarou.opalstacked.com\/?p=1888"},"modified":"2017-07-16T20:03:58","modified_gmt":"2017-07-16T20:03:58","slug":"la-pasta-senza-pasta-prime-esperienze-con-lo-shirataki","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/garethjax.net\/la-pasta-senza-pasta-prime-esperienze-con-lo-shirataki\/","title":{"rendered":"La pasta senza pasta: prime esperienze con lo shirataki"},"content":{"rendered":"
Chi mi conosce bene sa che sono un viaggiatore (come documentato abbastanza pigramente nel mio travel blog fromrivarolo.wordpress.com<\/a>), ma nell’attesa della prossima tornata di viaggi (che potrebbe essere l’allontanamento definitivo dalla penisola questa volta), ho approfittato della pausa a casa per migliorare il mio stato fisico.<\/p>\n Ho iniziato verso aprile correndo 5 o 6 giorni alla settimana, poi a maggio ho iniziato ad andare 3 volte alla settimana in palestra e all’inizio di giugno ho preso appuntamento con la dietista della palestra che mi ha misurato con un attrezzo magico e ha detto “\u00e8 sulla linea Maginot <\/a>dell’obesit\u00e0<\/strong>“.<\/p>\n A quel punto ho fatto come i Francesi nella seconda guerra mondiale e mi sono arreso alla dieta.<\/p>\n La dieta non ha comportato grosse rinunce o stravolgimenti di vita: nel 2010 quando vivevo a Padova avevo gi\u00e0 fatto una dieta di alcuni mesi con Naturhouse e i risultati erano stati ottimi, avevo perso una decina di chili in maniera molto evidente. Poi ero andato via da Padova e ho interrotto il programma, ma avevo mantenuto le “linee guida” per un mantenimento dell’alimentazione.<\/p>\n Diciamo che i tre cambiamenti pi\u00f9 grossi sono stati:<\/p>\n Altri cambiamenti<\/p>\n …tranne alla mancanza di riso. Finch\u00e8 non l’ho tolto di mezzo non mi ero conto quanto ne mangiassi a casa. Quando inizia il periodo caldo poi si va avanti a insalate di riso<\/strong> o di pasta.<\/p>\n Una sera a giugno siamo andati a mangiare sushi all-you-can-eat per il compleanno di un amico e mi sono concesso un solo piatto di maki come fosse un dessert! In compenso ho mangiato sashimi, carne e pesce alla griglia, edamame e tutto quanto non contenesse carboidrati. Per la prima volta sono uscito sazio ma non gonfio come una mongolfiera. Bizzarro.<\/p>\n Anche se la dieta \u00e8 quasi maniacale (per esempio sgrassare gli affettati, una cosa che mi sembrava assurda) i risultati sono arrivati.<\/p>\n Nel giro di un mese ho perso 4,5 chili<\/strong> e 1% di massa grassa<\/strong>.<\/p>\n Per\u00f2 sta cominciando a subentrare una noia alimentare, perch\u00e8 comunque in estate ti fai delle grandi insalate, ma dopo un p\u00f2.. vorresti qualche cosa di differente nel pasto.<\/p>\n Ho cos\u00ec pensato di ricorrere allo Shirataki per introdurre un “primo” nella mia alimentazione.<\/p>\n Lo lascio descrivere a wikipedia.<\/p>\n Gli\u00a0shirataki<\/b>\u00a0(in giapponese \u767d\u6edd, in inglese\u00a0shirataki noodles<\/i>) sono un tipo di spaghetti ricavati dalla radice del\u00a0konjac<\/a>, pianta nativa della zona subtropicale temperata asiatica.[1]<\/a><\/sup><\/p>\n Hanno un basso contenuto di carboidrati[2]<\/a><\/sup>\u00a0e sono quindi particolarmente indicati in tutte le diete basate su un apporto limitato di carboidrati nonch\u00e9 adatti all’alimentazione dei diabetici. Sono anche poveri degli altri\u00a0macronutrienti<\/a>\u00a0e questo determina un apporto specifico di calorie molto basso se confrontato alla pasta all’italiana.<\/p>\n Sono composti per la maggior parte da acqua e\u00a0glucomannano<\/a>. Il termine “shirataki”, che descrive l’aspetto degli spaghetti, significa “cascata bianca”.<\/p><\/blockquote>\n In pratica hanno meno di un 5% delle calorie<\/strong> di una porzione equivalente di pasta. (circa 7 kcal per 100 grammi).<\/p>\n In commercio vengono venduti in due modalit\u00e0:<\/p>\n a) idratati in acqua che deve essere scolata e devono essere risciaquati prima della bollitura.<\/p>\n <\/p>\n b) oppure secchi da fare idratare in acqua prima della bollitura<\/p>\n <\/p>\n Il primo test l’ho fatto con una versione idratata che ho comprato in un supermarket della catena “Gigante”. Non \u00e8 stata una grande esperienza, li ho provati con un pesto fatto in casa e mi sono sembrati “slavati”, probabilmente nell’acqua di cottura ci dovrei mettere pi\u00f9 sale (cosa che non ho fatto seguendo le istruzioni della scatola).<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Facendo ricerca in rete ho scoperto una azienda italiana che importava shirataki secchi, chiamata Zen-pasta<\/a>. (grazie al blog di Giulia di Gikitchen<\/a>).<\/p>\n E quando ho guardato il sito mi sono accorto di uno shirataki italianizzato in forma di rigatoni, chiamato rigataki<\/strong><\/a>.<\/p>\n <\/p>\n Per renderli pi\u00f9 solidi viene aggiunta della farina (credo di soia) che quindi li rende non adatti a chi ha intolleranze al glutine<\/strong>, ma migliora la consistenza. L’apporto calorico rimane molto basso: 48 Kcal per 100 grammi di prodotto cotto. (la resa \u00e8 circa 1:3,6. Quindi 100 grammi di prodotto secco diventano 360 grammi di prodotto cotto).<\/p>\n Il piatto che vedete nella foto di apertura \u00e8 stato generato da 40 grammi di pasta secca (misurata con un bilancino di precisione).<\/p>\n Verdetto<\/strong>: molto positivo<\/strong> considerando anche che ero psicologicamente privo di pasta da pi\u00f9 di un mese.<\/p>\nInsomma corsa, palestra e infine dieta<\/h2>\n
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Mi sono adattato quasi a tutto…<\/h2>\n
I risultati si sono visti…<\/h2>\n
Che cosa \u00e8 lo shirataki…<\/h2>\n
Il primo test<\/h2>\n
Il secondo test<\/h2>\n