{"id":461,"date":"2006-08-30T16:01:13","date_gmt":"2006-08-30T15:01:13","guid":{"rendered":"http:\/\/loupgarou.opalstacked.com\/?p=461"},"modified":"2006-08-30T16:01:13","modified_gmt":"2006-08-30T15:01:13","slug":"prendiamo-le-distanze-sabaude","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/garethjax.net\/prendiamo-le-distanze-sabaude\/","title":{"rendered":"Prendiamo le distanze Sabaude"},"content":{"rendered":"

Ieri prima serata con la mia amica Gwineth <\/a> e la sua troupe, in trasferta da roma per fare dei servizi presso botteghe artigiane piemontesi.
\nUna serata piacevole, iniziata alle cantine Risso (che hanno tenuto fede alla loro buona cucina, peccato per alcuni casinari che erano nel tavolo dietro al nostro… ) e poi visto che i ragazzi hanno agganciato un paio di tipe fuori dal ristorante, siamo andati al “gran Bar” che per chi non lo sapesse \u00e8 un posto fighetto vicino alla
Gran Madre<\/a>.<\/p>\n

Parlando di varie cose durante la serata \u00e8 emerso che
\n– Si sono inventati un “castello di Pianezza” durante le riprese, mentre sono solo poche mura in rovina
\n– Non riuscivano ad arrivare a destinazione perch\u00e8 tutti gli dicevano “ma si \u00e8 a duecento metri…”.<\/p>\n

Questo mi da la possibilit\u00e0\u00a0 di fare una finta digressione sabauda, ovvero come i piemontesi misurano le distanze<\/strong>.<\/p>\n

La risposta \u00e8 “generalmente bene”, sicuramente meglio dei modenesi che nella loro infinita goliardia molto spesso scambiano i cartelli con le distanze chilometriche!
\nMa non \u00e8 questo il punto, il vero problema \u00e8 che man mano che ci si allontana dai centri abitati, si assiste ad un graduale fenomeno di “barottizzazione”, ovvero ci si mescola con i locali e con le loro abitudini (i barotti).<\/p>\n

Quindi come misurano le distanze i barotti (anche quelli acquisiti, italiani del centro-sud, estracomunitari… e’ un fenomeno irreversibile) ?<\/p>\n

A causa della lignificazione di parte del cervello (infatti il “barot” e’ il legno) il piemontese riassume le distanze in tre categorie:<\/p>\n

– “Beles\u00ec”: Si traduce letteralmente in “\u00e8 Qui”, indica una distanza variabile ma \u00e8 indicabile con il dito ed \u00e8 visibile ad occhio nudo in linea d’aria. Secondo l’istituto nazionale di misurazione \u00e8 una lunghezza che varia da mezzo metro a circa 7 giornate<\/a> di terreno coltivato a Tumatiche (pomodori). Un p\u00f2 di meno se si tratta di filari d’uva.
\nNon importa che ci siano di mezzo 8 burroni e 20 tornanti, perch\u00e8 \u00e8 visibile in linea d’aria.<\/p>\n

– “Aj sar\u00e0\u00a0 mac ‘n dusent meter” (la “aj” si pronuncia “ai”): Ovvero “Ci saranno al massimo 200 metri”. Qui entriamo in puro relativismo (anche Papa Ratzinger e i suoi pi\u00f9 fedeli, si sono espressi contro, ma la situazione non pare cambiare). “Dusent meter” \u00e8 probabilmente un suono dolcissimo per le orecchie piemontesi, tant\u00e8 che amano dirlo per indicare distanze irragionevoli (pi\u00f9 di 8 giornate, ma meno della distanza per arrivare a novara, da cuneo). In generale \u00e8 un tempo sufficiente per defilarsi ed evitare che le persone a cui si era data l’indicazione, tornino indietro perch\u00e8 si sono trovate a mezza montagna, su una stradina sterrata, in meno a branchi di lupi e cinghiali.<\/p>\n

– “aj\u00e8 ‘n bel toc!”: (ce n’e’ un bel pezzo) Panico. Il piemontese non ha mai sentito il posto in cui volete andare, oppure pensa che si tratti della mitica terra oltre le montagne, dove ci vanno solo i pi\u00f9 ricchi: la liguria. La mimica e la gestualit\u00e0\u00a0 dividono il piemontese “ca s\u00e0\u00a0” (che conosce il fatto suo) da quello “ca s\u00e0\u00a0 nen” (che non sa nulla).
\nIl secondo alza il braccio, indica una direzione, muove ritmicamente la mano per indicare di partire al pi\u00f9 presto, ma guarda nella direzione opposta (per controllare che lo spazio sia libero da trattori, mucche o zone dove l’esercito fa esercitazioni di tiro d’artiglieria).
\nIl primo vi guarda, gentilmente vi fa notare che siete leggermente fuori strada, vi dice che per\u00f2 conosce “la strada vecchia” per arrivare prima (una mulattiera su una parete del nono grado che farebbe orrore al pi\u00f9 scaltro dei caprioli del Gran Paradiso) e vi manda alla perdizione.<\/p>\n

Si, alla perdizione. Non uscirete mai da quella brughiera, tanto vale che iniziate a nutrirvi di nocciole e acqua dei ruscelli.<\/p>\n

Mica pensavate che i luoghi comuni fossero falsi ? Il piemontese \u00e8 falso \u00e8 cortese. \ud83d\ude09 E cul ca s\u00e0\u00a0 l’\u00e8 pij graam de cul ca sa nen \ud83d\ude09 (no questa non ve la traduco, c’e’ gente che potrebbe uccidermi se rivelo anche questo segreto).<\/p>\n

Ancora una cosa: il piemontese, come dialetto, cambia alcune regole ogni 7 giornate di territorio che percorrete. Se andate a piedi potreste non farci caso ma se vi spostate in macchina… avete pi\u00f9 possibilit\u00e0\u00a0 di capire il cantonese quando scendete dall’automezzo.<\/p>\n

Attenti a quello che chiedete ai Barotti!!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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