Questo potrebbe essere l’inizio di una serie di articoli, per cui inizio una categoria chiamata “dado 5 facce”. Il tasso di nerdosità potrebbe essere elevatissimo, per cui “brace yourself” e comunque il blog è mio per cui fanculo.
La premessa fondamentale di questo post è che da lunedì scorso ho iniziato a giocare in gruppo di gioco di ruolo, gestito dalla mia carissima amica Gwineth al secolo Claudia. Ci conosciamo da una vita e mezza, ma non abbiamo mai avuto occasione di giocare una “campagna” assieme.
Una “campagna“, lo dico per chi non se ne intende, non è un’area rurale coltivata ma è una serie di sessioni di gioco unite da una storia comune, interpretata dai giocatori tramite la “direzione” del Master (che ha ideato lo scenario di fondo). E comunque quando si era più giovani era davvero “tutta campagna”.
Io in realtà dopo più di un quindicennio di gioco, avevo interrotto le mie abitudini ludiche che erano fortemente radicate con i gruppi di persone che frequentavo tra Torino e provincia. Diciamo che dal 2008 avevo “smesso” se non qualche episodica sessione ospite di amici.
Avevo smesso perchè avendo interpretato svariati personaggi e giocato innumerevoli ambientazioni, avevo oramai saturato l’interesse. Dopo che hai salvato l’universo una volta, le volte successive sembrano una replica. Ero soddisfatto e ho chiuso un capitolo delle mie passioni senza rimpianti.
Saltiamo al 2013
Alcune settimane fa Claudia chiede su facebook se ci sono delle persone interessate a giocare con il suo gruppo. Ne fanno parte Fabiano (il suo futuro sposo, notte da leoni permettendo) e altri ragazzi che fanno parte della community di Yelp Milano, che ho già conosciuto e con cui vado d’accordo.
Mi sembra interessante, poi comunque non esco tantissimo da quando sono a Milano (dal 2011 per chi non lo sapesse) per cui è un’occasione per interagire con persone invece che stare sigillato a Rho. E poi Claudia ha LUNA, una miciona nera e paciosa che è adorabile. Gatto & GDR sono quasi sempre un ottimo accostamento.
Senonchè…
La campagna di Claudia ha alcune caratteristiche peculiari:
- E’ ambientata in un mondo chiamato “Forgotten Realms” (link su wikia), che conosco pochissimo
- I personaggi sono abbastanza giovani e inesperti (6° livello)
- Usa la Seconda edizione di Advanced Dungeons & Dragons
Sicuramente i puristi diranno “ma come! è meglio la versione X.x“. Sul meglio non mi pronuncio, ma dopo anni passati ad accettare la versione 3.5 (una delle più moderne), l’idea di tornare ad una versione progettata nel 1989 è pò strana, un viaggio nel tempo insomma.
Sopratutto perchè io per anni ho fatto un’opposizione smodata e crudele diversi dibattiti accalorati relativi a questa edizione, sui newsgroup dedicati ai giochi di ruolo 😀
Anche perchè un mago medio di primo livello, poteva essere ucciso da un gatto. 😀 (alcune cose me le ricordo ancora)
La creazione del personaggio l’altro ieri, ieri e oggi
Tanto tanto tempo fa, ero solito emozionarmi nel lancio dei dadi, fin dalla creazione del personaggio. Nella visione numerocratica di AD&D, fin dalla partenza del personaggio sei in una immensa roulette. “Tira i dadi e poi vedi che tipo di personaggio puoi fare“. Sono state ideate svariate modalità di tiro dei dadi per rendere più “appetibile” questo processo, tipo tira 4 dadi da 6 facce e scarta il più basso, tira una sequenza di 3d6 e poi tieni la sequenza migliore, distribuisci da un cumulo di punti, ecc.
Tipo che se non hai abbastanza intelligenza non puoi fare il mago o senza forza sei un guerriero che è una chiavica.
In generale se parti da un cumulo di punti per suddividerli ne hai “meno” che rispetto ad uno che li ha “tirati”, per una strana logica di “gratta e vinci” e del “ci deve essere bilanciamento tra i personaggi”.
Visto che il gioco ti concede bonus numerici in maniera gaussiana, i personaggi tendono ad essere smodati in una o due caratteristiche e mediocri nelle altre.
Più di recente sono comparsi sistemi di regole che permettevano di “costruire” il personaggio partendo solamente dal cumulo dei punti e di dettagliarne le capacità scegliendo tra decine di abilità.
Ancora più recentemente sono comparsi sistemi che hanno pochissime metriche numeriche, rendendo il personaggio più astratto e più legato alla descrizione delle cose che fa, non c’è limite alla varietà se non nell’immaginazione di chi gioca.
Back in time
La creazione del personaggio è iniziata dal background, insomma chi è, dove è cresciuto, alcuni dettagli sulla famiglia, sulle esperienze che ha avuto, le città in cui è stato, amici o nemici che si è fatto.
Me lo sono immaginato come una specie di furfante simpatico, uno che non aderisce perfettamente alle leggi e piuttosto le trasgredisce se c’e’ qualche persona in difficoltà da aiutare. Insomma qualcosa a metà tra robin-hood e jack Sparrow. Uno abile ad infiltrarsi e a scorprire segreti scomodi… da divulgare per mettere in crisi i corrotti e i tiranni.
poi è arrivato il momento lunedì scorso di definire le caratteristiche numeriche del personaggio e mi sono chiesto… davvero giocavamo a… questo ?
The extinction agenda
Anni senza giocare e senza possedere alcun libro di questa edizione, mi hanno messo nei panni di chi avesse dovuto giocare per la prima volta.
E’ tremendamente ostico. Non per il modo in cui claudia fa il Master (è bravissima, i suoi personaggi “parlano” anche con inflessioni di altre lingue, usa musica di atmosfera per gestire e accompagnare la narrazione), ma proprio perchè è una interferenza di fondo, un brusio fastidioso.
Non mi stupisce che il gioco di ruolo sia un hobby morente. In questi anni ho avuto un nintendo DS, una xbox 360 e due smartphone. Tutte le piattaforme di gioco mi hanno dimostrato come sia importante mettere subito le persone in grado di giocare senza distogliere l’attenzione dalla storia.
Alla ricerca dei fossili
per agevolarmi nella generazione del personaggio sono andato a cercare una versione elettronica delle cosidette “core rules“, ovvero una serie di CD prodotti dalla casa editrice originale (TSR, poi Wizard of the coast e poi Hasbro) che contenenevano i manuali in versione digitale e un software per facilitare la creazione dei personaggi.
Ovviamente questo software girava solo su windows e avendo io un simpatico Apple Macbook, non potevo farlo girare… senonchè, ho poi scoperto che con Crossover, una specie di sistema di emulazione, era possibile installare i cd e usarli.
Trovate il tutto su pirate bay se proprio siete interessati.
Il tempo comunque non è stato generoso: la grafica è orrenda, l’usabilità è terribile, i vari siti di supporto non esistono più. E’ davvero una caccia al fossile!
Il prossimo capitolo… lunedi’, se Claudia leggendo questo non mi caccia dal tavolo 😀
2 replies on “Il dado a 5 facce: “davvero giocavamo a… questo?””
Ottima scelta del personaggio.
Praticamente, hai descritto un hacker 😉
Probabilmente un sovversivo più che altro, a seconda dei punti di vista 🙂