Ci sono momenti in cui tutto quello che sei, che conosci e che rappresenti, viene scosso in maniera brutale, come se un terremoto del settimo grado Richter avesse l’epicentro nel tuo intestino tenue.
Ci sono momenti in cui pensi “deve capitare, perchè è la natura delle cose”, ma quando devi cercare di esprimerlo, quell’aria non passa attraverso le tue corde vocali.
Ci sono dei momenti in cui vieni a contatto con la sofferenza; è un contatto viscido, personale, che non va via lavandolo. E’ un contatto che permane, ti contagia, affonda, penetra nelle ossa. E improvvisamente capisci: c’ è gente che desidera morire, non per egoismo, non per codardia, ma solo perchè gradirebbe andarsene senza soffrire ulteriormente e senza far soffrire le persone a cui vuole bene.
E hanno ragione, cazzo se hanno ragione.
Sopratutto quando sei ancora lucido e cosciente. Quando capisci quello che ti sta capitando.
“Una persona non muore quando dovrebbe, ma quando può.” (Gabriel García Marquez)
Non so dove andare a parare con questo post: la vita esiste’ da miliardi di anni. La morte pure, anche se da un poco meno.
Forse è un modo per sfogare l’impotenza e la rassegnazione di questi giorni. Forse.
“But the tune ends too soon for us all.” (jethro Tull – Life is a long song)
One reply on “Life is a long song…”
un abbraccio gigantesco :°(