Nel frattempo che uno dei VPS su cui volevo lavorare è in manutenzione e mi ritrovo del tempo libero tra le mani, ne approfitto per fare un post sul blog, qualcosa che purtroppo ultimamente faccio sempre di meno, ma che in futuro potrebbe quasi sicuramente incrementare.
Oggi parliamo di una teoria:
THE R.O.I. OF PEOPLE (si legge “Roi” come si scrive)
Il r.o.i. è un concetto di economia, consiste nell’acronimo di “Return of Investments” e esprimendolo con la formula della wikipedia, lo posso illustrare cosi’:
E quindi in sostanza se ho investito 10 (capitale) e ho ottenuto 200 (risultato operativo), avrò un ROI pari a 20.
Un risultato pari a UNO, vuol dire che sono andato in pari: ho recuperato quello che ho investito.
Un risultato superiore a UNO, vuol dire che sono stato bravo e ho guadagnato più di quello che ho investito.
Un risultato inferiore a UNO, vuol dire che le cose sono andate male e non ho recuperato parte di quello che ho investito.
In economia, queste considerazioni aiutano a capire come investire al meglio i propri soldi: visto che le risorse monetarie sono limitate, l’imprenditore oculato deve fare delle scelte sagge che facciamo aumentare il ROI. Molte di queste scelte potranno poi essere solo calcolate a posteriori, ma questo non impedisce all’imprenditore di fare dei calcoli intermedi e decidere eventualmente di limitare le perdite riducendo il capitale investito.
In diversi casi, la scelta da fare è continuare e sperare in un cambio della situazione (aumentano i ricavi) o interrompere una azione e intraprenderne un’altra, bloccando i costi (riduzione del capitale investito).
Fine della lezione di economia.
Ora applichiamo questo concetto alle persone.
Il risultato operativo è il contraccambio che riceviamo dalle persone, inteso come attenzione, amore, divertimento, sollievo , presenza, rispetto, istruzione, e cosi’ via.
Il capitale investito è una somma del tempo, del denaro, dell’impegno, dell’affetto che diamo ad una persona.
Il Roi è il rapporto tra questi due “valori” e anche se non è esprimibile in maniera monetaria, possiamo esprimerlo con degli aggettivi.
Un Roi maggiore di UNO, significa che ho un rapporto CONVENIENTE: il rapporto con quella persona è molto positivo. E’ una relazione benefica, che mi fa vivere bene e senza angoscia. Oppure è una relazione normale e pacifica, che ha bisogno di poco per mantenersi tale.
Un Roi uguale a UNO, significa che ho una relazione di mutuo sostentamento: Non è necessariamente noiosa! Talvolta e’ quel rapporto un poco superficiale, ma perfettamente normale, dopotutto è improbabile che si trovi interessante ogni altra persona! (e viceversa).
Un Roi inferiore a UNO, significa che ho una relazione STRESSANTE: quella persona richiede da me molto più di quanto io riceva in cambio. Questo è un legame (per me) negativo, perchè finisce per creare una situazione di male interiore (e talvolta pure esteriore). Come il “saggio imprenditore” sa interrompere un investimento che si sta rivelando negativo, ogni persona dovrebbe essere in grado di troncare una relazione (di qualsiasi natura) se si sta rivelando stressante.
Ma i sentimenti sono infiniti!
Se due persone si adorano/rispettano/divertono tantissimo e in egual misura, dovrebbero avere un rapporto CONVENIENTE, perchè entrambi danno il massimo e elementi come l’amore o l’amicizia sembrano talmente infiniti da essere inesauribili…
Nella poesia e nella teoria è così! Nella pratica, purtroppo no…introduciamo alcune variabili:
- La variabile “Tempo”: non tutti hanno lo stesso medesimo tempo da dedicare all’altra persona!
- La variabile “fisiologica”: ci ammaliamo, ci spacchiamo, ci addormentiamo, ci sono quei problemi ciclici per le ragazze…
- La variabile “monetaria”: i gusti son gusti, ma non si può sempre cenare fuori.
- La variabile “culturale”: ognuno ha diritto alla sua idea e anche se è palesemente sbagliata, te la dirà.
- La variabile “anagrafica”: la differenza di età può portare a squilibri di vario genere.
Ce ne sarebbero altri, ma questi mi sembrano i più macroscopici e li ho individuati in nemmeno 5 minuti: insomma la buona volontà e l’integrità personale, si scontrano con la realtà espressa dal motto “Se qualcosa può andare storto, sicuramente succederà nel momento più importante“.
In una relazione già messa in crisi da una situazione preesistente, uno o più di questi elementi (talvolta casuali) possono portare ad un incrinamento e ad una successiva rottura.
“Fare o Non fare, non esiste Provare”
E’ una frase del maestro Yoda, che è stata poi (secondo me) ripresa da Seth Godin (Maestro di Marketing) nel suo libro “The Dip” (il fossato) che in italia è stato tradotto come “Basta! Sapere quando restare, capire quando lasciare”
L’illustrazione è abbastanza ignobile e si rifà ad uno dei libri più famosi dell’autore (La mucca viola) e avendolo comprato in inglese non sono sicuro della qualità della traduzione, ma la lezione originale era semplice: Devi capire da solo quando vale la pena di continuare o quando devi cambiare direzione; quello che non devi fare è restare nel limbo di indecisione (il fossato appunto).
A tempo e luogo
Ovviamente queste decisioni non possono mai essere fatte in maniera acritica in tempi ristretti: è molto difficile valutare se dopo mezz’ora il rapporto con una persona si evolverà o meno in qualcosa di conveniente o stressante.
Ci va tempo. E obiettività. Ed essere obiettivi richiede sopratutto tempo, quindi il tempo è la variabile più importante.
E i gruppi ?
Idem, anzi è ancora più semplice, perchè il gruppo spesso fornisce meno tipologie di “ritorno” rispetto ad una relazione con una persona, per ovvi motivi ed escluse situazioni estreme (fermo restando che se volete fare sesso con l’intera curva Nord dello stadio è una scelta che non condivido, ma rispetto).