Mi sono fatto prendere la mano dai social media: una volta bloggavo tantissimo, ora invece quando lo faccio è a causa di eventi particolari.
In effetti questo 21 giugno quasi concluso (sono le 23.27 ora locale del fuso di rivarolo canavese) quando mi appresto a scrivere queste parole.
In effetti questo post è un raccoglitore di pensieri che mi girano per la testa, che è stato poi l’uso principale di questo blog per anni. Anzi inizialmente, era un raccoglitore di cose interessanti che trovavo in rete ma oramai questo uso è decaduto perchè le persone le trovano da sole delle cose interessanti… o perchè gliele segnalano i loro amici.
Sto divagando.
(Ospedale) Mauriziano 2012: parte 1.
Mi padre si è sottoposto ad un intervento, una conseguenza dell’aneurisma di dicembre 2012. Non era una condizione critica, ma i chirurghi gli hanno spiegato che nel tempo si sarebbe potuto creare una situazione problematica, quindi hanno proposto di operare ora con tutte le certezze e le analisi del caso.
Fatto è che durante l’operazione sono stati rilevati problemi cardiaci che hanno indotto i medici a sospendere l’operazione e a richiudere il taglio senza aver fatto nulla dell’intervento previsto. Non si sa ancora perchè ci siano stati questi problemi, la coronarografia ha determinato oggi che il cuore è in una situazione perfetta. Mistero.
Insomma ci sarà probabilmente un “capitolo 2” tra qualche mese, ora spero che lo dimettano nei prossimi giorni, taglio a parte da rimarginare, sta bene.
Un poco meno bene lo siamo tutti nel complesso, vista l’ansia generata e non smaltita completamente.
Torino zombie
questo inconveniente mi ha costretto a guidare per torino in questi giorni: probabilmente sono stato assimilato da questo anno e mezzo di vita milanese, ma il traffico mi è sembrato assolutamente zombificato. Gente che parte con abbondante ritardo al verde, guidatori imprudenti, SUV OVUNQUE (dannati) e poi ovviamente una turnazione dei semafori che è completamente demenziale.
E’ come se fosse diventata una città più cafona di quanto ricordassi, non so se è per causa dei lavori eterni, per la crisi del mondo del lavoro o che altro, ma l’impatto di questi giorni è stato per me devastante.
Non riesco ad affrontare l’idea di andarci per divertimento, a parte il fatto che non saprei con chi andarci. I buoni amici della zona del canavese non amano andarci durante il weekend dovendoci già stare tutta la settimana per lavoro. Il resto dei torinesi non ho idea di come viva la città; secondo Enrico Sola è un “gran vivere” a Torino, probabilmente è vero per cultura e musica, ma a sentire un pò di persone il lavoro non è così esaltante.
Work work work
Ogni tanto ci penso “torno a Torino”. Ho un poco di nostalgia dei viali alberati, dei croissants decenti, del quadrilatero, delle uscite con alcuni amici. Allora mi prendono 5 minuti di nostalgia. Poi guardo gli annunci di lavoro e leggo cose criminali annuni demenziali come questo:
…e capisco che quello che ho ora è decisamente meglio:
- Un lavoro che mi piace. Qualche rara volta mi ha fatto sclerare, ma se penso alla merda che ho ingoiato quando ero a Torino, non c’è paragone. Finalmente faccio solo Seo e non devo fare il tappabuchi programmatore/webdesigner/declinatoredigrafica. E sono finalmente una figura “Senior”: il mio parere ha un certo peso. (sopratutto quando arriva in faccia a art directors e grafici radical chic).
- Dei colleghi di lavoro davvero fantastici: non ho mai incontrato una compagine così unita e pronta a supportarsi a vicenda. E non mancano le occasioni di uscire, bersi qualcosa e scherzare al di fuori del lavoro. Se ci fosse una piscina aziendale e le retribuzioni fossero un poco più alte, probabilmente ci sarebbe la fila per entrare in agenzia. Anche se la posizione fosse un poco meno decentrata non sarebbe male…
- Un buon numero di esperti seo extra agenzia: Milano è sicuramente la zona d’italia dove si concentra il maggior numero di Seo e ci sono diverse occasioni per uscire, scambiare opinioni
sparare minchiate che capiamo solo noi, bere e mangiare.
Ma non solo!
- Un crescente gruppo di persone che ci tengono a me: ma sto in parte barando, perchè le conoscevo già prima di arrivare a milano, ma con la presenza in città ho avuto modo di approfondire l’amicizia.
- La community Yelp di Milano: si trovano persone molto interessanti (oltre ad un numero di ragazze davvero elevato) e gli eventi mondani sono una eccellente occasione per me di socializzare, visto che sono geneticamente abbastanza chiuso in me stesso. Torino da quel punto di vista è assolutamente impraticabile, mi stupisce che l’unico yelper attivo sia io. Inoltre grazie a Yelp sto scoprendo una serie di posti interessanti in cui mangiare e da visitare.
Insomma, io temevo di restare schiacciato da milano, ma in realtà abitando a rho e lavorando nella zona nord-ovest, ho avuto modo di evitare diverse delle problematiche che affliggono la maggior parte delle persone come il traffico o l’affollamento dei mezzi urbani (vado in auto perchè mi è più comodo e il costo non cambia granchè).
In più usando il navigatore sull’iphone ho avuto modo di trovare facilmente i percorsi ed in alcuni casi anche di trovare vie meno trafficate, perchè… tutti usano il navigatore. Quindi tutti si incolonnano automaticamente sulla strada di prima scelta: chiedendo al navigatore una seconda scelta, si ottiene un percorso alternativo che è poco frequentato.
In pratica ho “pwnato” milano, dopo aver imparato i punti peggiori (es: mai andare con la macchina ai navigli), ho capito come sopravvivere al casino. Adesso che poi è possibile pagare il costo dell’ecopass con il telepass, non ho più nemmeno il terrore di finire in contravvenzione o di perdere tempo a qualche sportello.
Indietro non si torna
Se Torino non cambia, io sicuramente non ci penso a tornare! Nel frattempo sono arrivato alla veneranda età di 41 anni, quindi se deve esserci un cambiamento deve essere ben motivato. (es: m’innamoro perdutamente di una donna che non vive a milano o una importante agenzia apre una sede in sardegna e mi fa una buona proposta).
Nel frattempo un augurio di buona fortuna a chi è rimasto a Torino.