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Cose da sapere

La prima strana morte del dottor Piripacchio

Racconto a 4 mani ad opera mia e della mia amica Paola “Smorfiosetta” Traversa 😀
(Ovvero come passare il tempo al centralino avendo solo un client di posta e un collegamento internet. Essendo un racconto fatto scrivendo un paragrafo e mezzo a testa e’ soggetto a demenzialita’ crescente 🙂 )

Il dottor Piripacchio e’ un inventore geniale e inventa una macchina
del tempo. Ovviamente decide di provarla e visto che non puo’ usare
altre cavie usa se stesso!

La macchina del tempo sembra una specie di doccia futuristica per cui
il bislacco dottore indossa un asciugamano e porta con se una
saponetta (non si puo’ mai sapere). Piripacchio emozionato gira la
maniglia e… …un lampo di luce fuoriesce dalla bocca del
rubinetto, inondando la sua testa pelata di luce gialla, e dopo pochi
luminosi secondi scema in una luminosità soffusa, per poi svanire
definitivamente. Il dottor Piripacchio sbatte più volte gli occhi, e
appena riacquista la vista esce dalla doccia.

Si trova in una foresta fittissima, con grandi alberi secolari le
cui chiome stormiscono al vento, e un rumore fortissimo lo induce a
voltarsi rapidamente: la scena che gli si para dinnanzi lo stupisce
a tal punto da fargli cadere la saponetta, perchè ciò che compare
dinnanzi a lui è proprio…

…un enorme criceto maculato grande come una Smart! La “belva”
sta strappando dei rami da un albero e apparentamente non si e’
ancora accorto nè del dottore nè della macchina. Il piccolo
scienziato si sistema i suoi occhialini sul naso e colmo di
fervore scientifico decide di…

… compiere il primo passo e approcciare la creatura. Al che con un
colpetto di tosse educato e discreto si schiarisce la gola: “Nobile
creatura del bosco…” attacca esitante, ma non ha il tempo di
proseguire perchè in quel mentre, annunciato dal poderoso rumore del
suo galoppo, un cavallo con tanto di cavaliere in groppa fa la sua
comparsa sulla scena!

“Marrano, ecco la tua punizione!” Urla il cavaliere in armatura
scintillante, ed estratta una lancia (costituita in realtà da
un’enorme carota) …la punta in direzione dell’enorme criceto

Il mastodontico roditore si gira verso il rumore, annusa
rumorosamente l’aria, e comincia a muoversi con una agilita’
straordinaria nonostante la mezza tonnellata di peso fino ad
arrivare al cavaliere. L’uomo e il cavallo rimangono assolutamente
fissi fino a che il criceto oramai a ridosso dei due, afferra la
carota con la bocca e la strappa al cavaliere mandandolo a
ruzzolare per terra.

Il dottor Piripacchio, che e’ una brava persona, si precipita a
soccorrere il cavaliere che sta…

…tentando senza troppo successo di rialzarsi, impacciato dai
movimenti dalla sua armatura completa. Inutile descrivere lo stupore
del cavaliere quando si trova dinnanzi questo ometto pelato, con gli
occhiali in bilico sul naso, e con solo un asciugamano addosso!!!

Completamente basito dallo strano incontro, il cavaliere non riesce a
reagire alla situazione, e così il dottor Piripacchio decide di
prendere in mano la situazione: Afferrata con decisione la saponetta,
lui…

…la lancia nella direzione dell’enorme criceto che oramai sta
terminando di rosicchiare la carota. L’animale pensando che si tratti
di un pinolo (tra l’altro profumato stranamente di camomilla) si
mette a correre nel tentativo di afferarlo dimenticando completamente
il cavaliere, il cavallo e il dottore.

Il dottor torna verso il cavaliere che si e’ faticosamente rialzato
nella pesante armatura. L’uomo si toglie l’elmo, squadra il dottore
dall’alto in basso con gli occhi che sembrano per schizzare fuori
dalle orbite ed esclama…

“Poffarre! Voi, coraggioso signore, dovete sicuramente esser di
nobili natali, e senza alcun dubbio un Cavaliere! Poichè affè mia mai
ho veduto un tal nobile eroismo in un uomo, che sì magnificamente ha
districato una situazione di periglio, contro una belva di tali
dimensioni da preoccupar anche me, il valoroso Sir. Dulcisinfundus!”

“Mi chiedo però, quali strane e paventevoli vicessitudini han
condotto un Sir del pari Vostro a perder l’armatura e lo cavallo?”

Il timido professore, che era anche un valente storico, esamino’
velocemente cavaliere e cavallo (che si era messo a brucare
l’erbetta del bosco). Era tutto sbagliato. L’armatura era composta
da una serie di parti assemblate in maniera fantasiosa, assemblando
pezzi di varie provenienze europee ma anche di diversi periodi. E
l’armatura era pulita come se fosse appena stata fatta…

“Io sono il dottor Piripacchio egregio Cavaliere. Mi potrebbe dire
di grazia, in che anno siamo ?”. La domanda fece sollevare un
sopracciglio al cavaliere che rispose : “ma nell’anno 438 della
nuova ricostruzione ovviamente! Non e’ che forse voi…”

“…ne venite dal lontano Ovest, laddove le popolazioni calcolano lo
scorrere del tempo in maniera dissimile dalla nostra? Questo
spiegherebbe anche il vostro strano abbigliamento..” “Ser Cavaliere,
ho l’onore di confidarle che ne vengo dal futuro, tramite una
macchina di mia invenzione!”

Al che il cavaliere esclamò con decisione: “Ma allora dovete senza
dubbio venire meco a Cammello, la mia splendida città, per parlar
dello vostro viaggio con il sommo mago Mielino!” Il Dottor
Piripacchio allora.. noto’ che il cavaliere sulla nuca aveva delle
strane lucette che si accendevano con vari colori!

Aveva tutta l’aria di essere un androide dalle apparenze umane! Era
forse finito nel futuro ? E non c’erano mai stati questi roditori
taglie forte nel passato della terra! Confuso il dottor piripacchio
accetto’ di salire sul cavallo del cavaliere, cercando di trovare dei
riferimenti per ritrovare la sua macchina.

Nel giro di pochi minuti si ritrovo’ fuori dalla foresta e noto’ che
il panorama era alquanto strano! Un immenso prato verde copriva una
vallata circondata da basse colline e una strada sterrata ma pulita
portava ad un castello bianco e alto in cima alla collina piu’
grande! Con suo stupore si accorse che in cielo volteggiava…

..un gigantesco esemplare di mucca Bettina, con tanto di candide ali
maculate di nero come il suo manto! Stupito rimase a bocca spalancata
ad osservare il volo della mucca, finchè non si accorse della
presenza di svariati esemplari simili che brucavano tranquillamente
nell’immenso prato verde.

Sempre più confuso Piripacchio cavalcò in compagnia del cavaliere
elettronico, che mentre viaggiavano gli narrò con termini altisonanti
della sua carriera, che tramite varie vicessitudini lo aveva portato
a ottenere il titolo onorifico di Paladino Digitale. Stupito il Dott.
Piripacchio… osservo’ che tutto quanto sembrava una strana
pantomima dei miti medievali.

Era come se qualcuno stesse cercando di ricreare una sorta di
immaginario collettivo medioevale, senonche’ c’erano diversi errori
macroscopici. E poi come mai non c’erano altre persone in giro ?
C’erano campi coltivati, mucche, pecore… tutte identiche! Il povero
dottore era sempre piu’ stupito finche’ non arrivo’ al castello.

Le mura della costruzione erano bianche e liscie, la struttura
sembrava uscita dalla fantasia di un illustratore. Il ponte levatoio
era stato costruito sulla strada e il fossato… mancava! L’immenso
portone di legno si apri’ e il dottore trovo’…

..ad attenderlo una figura che sembrava una brutta scopiazzatura
delle immagini del Mago Merlino; l’uomo era fermo in piedi davanti
all’immenso portone di legno, come se sapesse esattamente che
Piripacchio e Dulcisinfundus erano in arrivo! Non c’era null’altra
persona in attesa, nè nobili nè guardie, solo Mielino.

Piripacchio cercò di scrollarsi lo stupore di dosso e, per quanto
glielo consentì l’asciugamano che aveva indosso, tentò un goffo
inchino e si presentò. Il mago allora… lo squadro’ con sommo
stupore! Da una delle larghe maniche tiro’ fuori quella che sembrava
una bacchetta di legno con una stella a 5 punte in cima e comincio’
ad agitarla dinnanzi e attorno al dottore.

“Sono stupefatto” disse il mago “la sua presenza qua e’ anomala. Lei
e’ un essere umano!”. “E lei no?” chiese sempre piu’ stupito il
dottore.
“No, ne’ io, ne’ il paladino digitale siamo esseri umani. Siamo
repliche robotiche, androidi se il termine le e’ piu’ familiare,
creati dal sistema ‘D.I.O.’ per il canale fantasy fiction”.

“Canale ? Dio? Sono molto confuso signor, ehm, Mielino. E poi se
questo e’ il mio mondo, la Terra, dove sono gli abitanti?”

“Sono morti quasi tutti, sterminati da un virus sfuggito al
controllo. Poche centinaia di migliaia di persone sono sopravvissute
e si sono messe in animazione sospesa nell’attesa che noi macchine
troviamo una cura. Pero’ l’animazione sospesa non rallenta la
percezione del tempo, per cui tutti gli abitanti sono collegati ad un
sistema neurale planetario chiamato Organism>. La gente ama ancora guardare spettacoli e
abbiamo ricreato della fiction usando i dati che avevamo e
rimpiazzando gli altri, tanto gran parte della cultura e’ andata
perduta. Ha detto al paladino che e’ del 20esimo secolo. Se e’ vero e
non ho motivo di dubitarne, grazie al suo aiuto potremmo viaggiare
nel futuro e ritornare con una cura per debellare il virus!”

“Saro’ molto lieto di mettere a disposizione la macchina per un fine
cosi’ nobile, dopotutto…” ma il dottore non riusci’ a terminare la
frase perche’ improvvisamente si senti’ barcollare e il terreno gli
salto’ addosso.

“Mi dispiace signore” furono le ultime parole di Mielino “temo che il
virus abbia ormai infettato il suo sistema nervoso, ma lei non sara’
dimenticato”.

E cosi’ le generazioni future ebbero un debito di onore nei confronti
di quello strano ma intelligente scienziato dal nome di dottor
Piripacchio, ma che era conosciuto come “il tizio con l’asciugamano”
dalle coppiette che erano solite darsi appuntamenti romantici.