Categories
Chi sono io Cose da leggere Cose interessanti

Life is a musical

Andrew Lloyd Weber è il padrone del mondo. Apparentemente dopo più di 40 anni di carriera dedicati alla musica e all’arte, deve aver capito che la vita è uno strano musical, che viene messo in scena più volte al giorno, sullo stesso palcoscenico: il quotidiano che ci circonda.

In origine era tutto tumulto, ma ALW ha capito esattamente l’intricato mosaico della realtà  e per farlo comprendere anche a noi, miseri mortali senza “la visione del vero”, ha creato dei modi molto intricati per farci capire…tutta la vita. Però l’uomo medio ha una natura pesantemente tridimensionale e ALW non ha trovato di meglio da fare che cercare di produrre una visione limitata e tridimensionale di questo concetto quadridimensionale e ricorsivo che è la vita. Ovvero, i musical di broadway.

Chiaramente ha fallito in questo suo grande intento: l’uomo e la donna si muovono nel palcoscenico della vita in maniera tridimensionale, senza comprenderne la quarta dimensione. E’ la quarta dimensione che definisce il senso del loro movimento, che da direzione e scopo. Molti non lo capiscono, per cui continuano a frequentare lo stesso posto un pò come se fossero “condannate” a vedere lo stesso spettacolo ogni settimana.

Ma non è questo il punto (non dovrei scrivere all’una di notte, ma domani non ci riuscirei). Il punto è che ogni tanto si riesce quasi ad avvertire la mega-orchestra di ALW che suona in sottofondo. Ebbene si, ognuno di noi ha una orchestra diretta da ALW. Sono metafore chiaramente, se ci fosse davvero un ALW a dirigere un’orchestra personale, il mondo sarebbe molto più allegro.

Questa sera credo di aver sentito interrompersi la soundtrack. Due volte. Chissà  che imbarazzo per il direttore d’orchestra. Non te la prendere ALW, non è colpa tua, le cose cambiano all’improvviso.

Coraggio…1..2..3…!

I’ll be there for you!
(When the rain starts to pour)
I’ll be there for you!
(Like I’ve been there before)
I’ll be there for you
(‘Cause you’re there for me too)

(si è la canzone di friends dei Rembrandts)