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incredibili nerdate

Notturno canavesano

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Quando l’ADSL va a criceti, internet assume nuovi significati.

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Chi sono io

Una settimana senza aifon

Strano che il riconoscimento vocale rimpiazzi iphone con aifon on ma d’altra parte suppongo che prenda spunto dal modo in cui scrivo ogni tanto la parola social media.

La prima settimana è stata grosso modo indolore le applicazioni che uso sono le stesse che c’erano sull altro cellulare per cui a parte le differenze di prestazione non ho notato particolari cambiamenti. C’è da dire che con Android la condivisione dei dati verso google plus è naturalmente più veloce ma d’altra parte se non frequentate  Google Plus per voi non è un criterio di scelta.

Ristorante di percezione principale é nella dimensione del display, ora quello Dell’iPhone 4 aziendale mi sembra piccolo come un giocattolo. In compenso ogni volta che uso l’iPhone mi viene da premere in basso a destra dove c’è il tasto di ritorno sul Galaxy e la cosa è imbarazzante.

Il primo vero problema mi è capitato giovedì quando sono andato ad una pizzeria a Cormano. Il navigatore del Galaxy si rifiutava di darmi le indicazioni vocali per cui ho dovuto usare il navigatore del l’aifon. Dopo un riavvio il sistema ha funzionato correttamente e da allora non ho più avuto problemi.

Un’altra differenza rispetto a prima riguarda la fotografia con il vecchio telefono potevo fare delle foto in maniera molto veloce anche dallo schermo di blocco mentre adesso non ho ancora capito bene come si fa con il Galaxy!

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Chi sono io

Post dal samsung

Sto provando la app di WordPress per android che ho installato ieri sera.

Si, sto provando il galaxy s3 che ho comprato usato dal moroso di una mia amica per un prezzo vantaggioso, in questo modo se non mi dovessi trovare bene lo posso sempre rivendere dato che è sbrandizzato.

La cosa che mi sta stupendo di più e la dettatura vocale che funziona in maniera particolarmente efficace ed è in grado di comprendere quello che sto dicendo manera decisamente stupefacente infatti questo paragrafo è stato dettato interamente tramite il servizio.

Giusto per non farci mancare niente ora aggiungo una foto.

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Cose sceme

La vergine del ghisallo

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La casalinga disperata è riconoscibile perché :

  • arriva alle 9.10
  • parcheggia di merda
  • sta andando in palestra Virgin
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Chi sono io

La regola del tre 2013

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Ti chiedo l’attenzione tre volte, poi per rispetto di me stesso e del tuo tempo, che evidentemente non hai, smetto di chiedere.

Il che non vuol dire che la regola non si possa resettare, ma devi essere tu attivamente a cercare me e fin’ora non è mai successo.

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Chi sono io

I’m the atomic fire

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C’è una parte di me che negli ultimi due anni ho quasi nascosto nel tentativo di sembrare più normale.

È come tenersi al guinzaglio gozzilla : dopo un po’ ti scappa. E non vi dico che casino raccogliere le deiezioni.

Gnaaaaaarrrrr

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Chi sono io

Tic tic tic tic

Scrivo dall’iPhone perché oramai il tempo per scrivere dal computer è terminato.

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Purtroppo la velocità di scrittura è superiore alla velocità di aggiornamento del client per iPhone, forse dovrei cambiare terminale ma mi sono ripromesso di non spendere soldi finché questo non schiatta o qualche aggiornamento lo rende inutile.

La parola chiave di oggi è: pezzenterie

Il colore fortunato per i nati nel segno delle nutrie è il mulfo

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Rompiballe

I nuovi vecchi

Nella nostra società attuale e parlo del 2013, in italia se hai 35,0028 anni sei vecchio. L’uso dei decimali è volutamente provocatorio, perchè in realtà significa 35 anni e un giorno, ma nella burocrazia ci sono questi cavilli, quindi cavilliamo.

I deliri del giovane vecchio
I deliri del giovane vecchio

Se hai almeno 35,0028 anni…

Sei un “supergiovane”. Una persona che dato il periodo storico ha probabilmente “sudato” poco, hai un’alta istruzione perchè magari hai finito l’università e magari hai pure fatto un master, ma non è che ti sei sbattuto a fare un lavoro manuale, anzi quelli che hanno lavorato e studiato sono probabilmente una minoranza.

Però diciamo che in questi anni sei stato un poco sballottato dal mondo del lavoro, tra contratti precari, partite ive, cocopro, coccode, eccetera e diamo che non hai fatto grandi progressi dal punto di vista lavorativo, anzi ti sei barcamenato per sopravvivere, magari ti sei pure adattato a vivere in famiglia invidiando chi poteva andarsene perchè aveva i mezzi per farlo.

Fai una cena con gli amici per festeggiare il tuo 35esimo compleanno e il giorno dopo sei un rejetto, un pariah della società, uno scarto, un elemento scomodo, un peso, uno di troppo.

Non starò esagerando ?

C’è una fascia di età che è il target principale della società.

  • Facciamo le società semplificate ?  solo per i 18-35enni
  • C’e’ un concorso sull’innovazione? Possono partecipare dai 18 ai 35 anni.
  • C’e’ un fondo di innovazione per le startup? Possono partecipare solo gli ultraottan… sto scherzando, il limite è sempre dei 35anni…

Compiuti: ecco perchè dal giorno dopo, per la legge (nelle sue forme) sei uno “che non ha diritto”. Oppure non sei più giovane, sei vecchio. Ma allora dopo i 60 cosa sei? Un fossile ?

Tecnicamente è la fascia di età più interessante per chi pilota le masse: hai l’energia, ma non hai freni inibitori. Hai l’entusiasmo, ma non sei scettico. Sei pronto a farti una vita e sei pronto a correre dei rischi, ad accettare dei sacrifici… ma non sei ancora conscio dei diritti che ti spettano. Sei l’aperitivo all-you-can-eat di quell’1% che ha il controllo dei soldi e del potere. Sei il prodotto per eccellenza.

Ecco perchè cercano di darti tutte le (apparenti) agevolazioni possibili.

Le eccezioni

Se uno va a leggere, magari qualche scappatoia c’e’, prendo il testo di un concorso:

Il concorso è aperto a giovani dilettanti o professionisti residenti in Italia e con una età compresa, al momento dell’iscrizione al concorso, tra i 18 e 35 anni compiuti, nonché a gruppi informali o imprese, purché composti almeno all’80 percento da giovani che abbiano un’età compresa tra i 18 e 35 anni compiuti e purché esprimano un rappresentante (capofila) che si candidi e risponda ai requisiti per partecipare al concorso. 

Ahhh ecco ok, l’80% vuol dire prendere almeno 4 persone e il quinto può essere di qualsiasi età.

Visto che di giovani ce ne sono sempre meno, perchè i “vecchi” non sono riusciti a figliare come “i fossili” (quelli di due o tre generazioni fa), immagino un futuro molto prossimo dove il giovane diventerà un membro essenziale per le composizioni societarie. Visto che non ci sono regole che impediscano di essere socio di più società, ci saranno delle società con decine di giovani membri “fantasma” che saranno li solo per fare numero e accedere ai vincoli vari e in cambio ricevere una retribuzione. Tanto una volta che sei socio di 10 società puoi anche fare a meno di lavorare, anzi magari puoi pagarti gli studi universitari.

Ma le srl a capitale ridotto per gli over 35 ?

una figata (sono sarcastico), guardate un pò la tabella che ho trovato in rete.

Descrizione.  

Srl normale

Srl Semplificata

Srl a Capitale Ridotto

Notaio

800/1300

0

800/1300

Bolli

400

0

400

Tassa registro

168

168

168

Diritto annuale Cciaa

200

200

200

Diritti di segreteria

90

0

90

CCGG Vidimazione Libri

309,87

309,87

309,87

Diritti e bolli per vidimazione libri

39,62

39,62

39,62

Bollatura libro giornale ed inventari

29,28

29,28

29,28

TOTALE COSTI COSTITUZIONE

1.936,77/2.436,77

746,77

1.936,77/2.436,77

E ovviamente non è che ci siano agevolazioni di sorta per chi apre una srl… Quindi se anche uno riesce ad aprire una srl senza spendere un rene, si trova comunque di fronte al fisco italiano che è un problema non da poco ed una fonte di stress continua. (ci ho avuto a che fare, preferisco non farlo mai più).

E non parliamo del popolo delle partite iva. Se qualche azienda vi propone di aprire una partita iva al posto di un contratto, denunciatela.

O andatevene in un posto migliore prima che sia troppo tardi: ci sono posti dove merito e capacità contano.

Non qui. Non ora. Forse mai.

Non fermatevi mai. 

La vostra opinione ?

 

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Cose interessanti

New York, New York

Sono tornato stamattina alle 8 da un viaggio americano durato una settimana. Sono andato in Florida a Tampa Bay, per una conferenza su Seo e Social media, quindi visto che avevo tenuto dei giorni di ferie da quest’estate, ho attaccato 4 giorni a New York. Originariamente la mia intenzione era quella di approfittare della bassa stagione, del tepore della Florida e della relativa calma del periodo per visitare i parchi tematici di Harry Potter e della Disney (un progetto collassato dell’estate scorsa). Non ho però trovato nessuno con cui andarci, per cui mi sono detto “fanculo i parchi, torno a NYC per la seconda volta nella mia vita”. (la prima era stata intorno al 98)

Il paese degli snack meravigliosamente letali

E ovviamente così ho fatto. Tramite Airbnb (che dio lo benedica) ho trovato un alloggio a Williamsburg, che è una porzione del quartiere di Brooklyn, spendendo circa 60 dollari a notte. Per chi non lo sapesse Williamsburg è una zona hipster all’interno di Brooklyn, quest’area è stata completamente bonificata dal crimine e adesso è una zona che vale tantissimo perchè è solo una fermata di metro (L la linea color grigio) da Manhattan. Oltre ad avere diversi localini deliziosi (che non ho visitato) e dei ristoranti davvero niente male, è particolarmente interessante perchè è davvero silenziosa.  Chi ha visitato Manhattan lo sa: auto, clackson, casino, gente che sbraita, negozi, bancarelle. C’e’ un mondo in fermento che sgomita per farsi sentire o anche solo per farsi strada… quindi i decibel aumentano a dismisura.

Williamsburg è ad una ferma di metro ed è pace e quiete: ci credo che gli affitti siano stellari!

Non vi starò a tediare con un diario di viaggio, tanto non li legge nessuno, salvo Paola. 😀

Proteggi i tuoi piedi

Il primo consiglio che voglio darvi e lo capirete anche dai paragrafi successivi è di andare con delle scarpe comode. Non (necessariamente) belle, ma comode, perchè non avrete bisogno di sfoggiare delle superscarpe per fare colpo, già il fatto di essere italiani in visita vi renderà dei semidei interessanti e la gente morirà dalla voglia di fare conversazione con voi se gliene date l’opportunità. Invece avrete da calpestare una indicibile quantità di suolo pubblico, quindi…

Up and down e camminare

Questa è una città che si sviluppa in altezza: la metro ti porta quasi dappertutto in pochi minuti, poi ti sposti a piedi. Muoversi con i mezzi di superficie è lentissimo o costoso: ho preso il taxi la prima notte per arrivare a Williamsburg da Penn Station e mi hanno preso 40 dollari (mancia inclusa).

Ho quindi fatto una metrocard da 29 dollari per una settimana, passaggi illimitati e mi è convenuto anche se sono rimasto solo 4 giorni perchè l’ho presa credo 20-25 volte e ogni biglietto sarebbero stati 2.5 dollari! Ogni tanto ho fatto casa -> spesa a manhattan -> casa per mollare gli acquisti -> e via!

Inoltre è una città che ti sviluppa cosce e glutei, perchè non ha quasi un cappero di scale mobili. Non mi ricordo se nel 98 quando c’ero passato era cosi’, ma credo di si: dubito che abbiano rimosso scale mobili nel frattempo. Insomma con il fatto che le metropolitane si incrociano su diversi livelli, c’e’ da fare scale su scale. E per uscire sono tutte scale non mobili. Non è un caso che venerdi’ sera alle 11 mi sia venuto lo SBRANO (quando si forma un buco nero nello stomaco) e sono andato con la mia amica Manuela che vive li, da Bagelsmith un posto aperto sempre che fa bagel straordinarie.

Insomma se girate parecchio potete condurre una sana attività sportiva per la parte bassa del corpo, dovete solo stare attenti a non mangiare troppe schifezze. Qualcuno ha detto Guacamole al supermercato? Tortilla Chips al sapore di peperoncino e Lime ? ehmmmmm…

Vuoi un kebab?

Una cosa che ho notato ovunque è la presenza costante di venditori di panini “halal-friendly”, insoma cibo per islamisti, che hanno bisogno di carne debitamente macellata. Kebab di ogni tipo e ovviamente anche felafel. Ho trovato sia venditori ambulanti con i carrettini sulla quinta strada (quella elegante per intenderci), sia ristorantini a brooklyn.

21 minuti di lavaggio

ieri ho accompagnato la mia amica a fare il bucato e per 1.5 dollari ha caricato una lavatrice enorme. Era una cosa che ho fatto anche io durante i miei viaggi passati (sopratutto in america), ma quello che mi ha sbalordito è che il lavaggio ci mette 21 minuti. E puoi anche andartene a fare un giro se vuoi o andare nel backyard del lavaggio, in estate, dove hanno delle sdraio su cui puoi metterti a prendere il sole o leggere un libro. Io invece a Rho ho una lavanderia a gettoni che da un anno ha le scritte “prossima apertura” e dovrò andare in auto facendo 5 chilometri. Per fortuna ho un kindle adesso.

Due ponti

Gli americani i ponti li fanno in maniera differente dai nostri. A parte che adesso non ne costruiamo più credo e spero che quello sullo stretto non lo facciano mai, ma loro i ponti li VIVONO.

Potrebbe sembrare un videogioco invece è una pista ciclabile in ambosensi

In questo viaggio me ne sono reso conto il primo mattino quando ho deciso di attraversare il ponte di Williamsburg che collega Brooklyn a Manhattan. Vi anticipo che ho poi anche attraversato il ponte di Brooklyn, ma non c’era traccia di gomme da masticare, quindi non ho idea di come facciano a produrle: ho idea che sia tutto marketing.

Bene, dicevamo, ponti vivibili: questi ponti hanno corsie dedicate ai pedoni e corsie dedicate ai ciclisti. Su quello di williamsburg sono anche su lati separati del ponte quindi la probabilità di cocciarsi contro è zero. E li usano, cacchio se li usano. C’e’ gente che cammina, ciclisti, fotografi hipster con teleobiettivo, insomma fanno parte della città.

Sono anche lunghissimi, quindi evitate di salirci con i tacchi se non volete schiattare.

Il miglior modo di comprendere una cultura passa dallo stomaco

Qua mi rivolgo agli italiani che quando sono all’estero non possono fare a meno di mangiare italiano: statevene a casa. Non andate a NYC, andate in un villaggio turistico. Farete del bene a voi stessi, non torturatevi andando in una nazione che ha solo 300 anni di storia e ha dovuto accogliere una moltitudine di culture per farsene una propria.

Ma se avete un poco di apertura mentale, scoprirete che nyc non ha una sua cucina tipica: le ha tutte. Tutte le cucine del mondo sono tipiche a new york, grazie al fatto che probabilmente ci sono tutte le etnie del mondo. Io per esempio ho mangiato un Ramen assolutamente fantastico ed è un piatto tipicamente giapponese… e in italia un ramen cosi’ non l’ho mai trovato. (se volete: Ramen Setagaya)

un ottimo ramen!

 Un poco turista e un poco cittadino

Avevo in mente di visitare un sacco di musei, ma alla fine sono andato solo al MOMA che  non è stata poi questa gran cosa: forse mi aspettavo una cosa più grandiosa in stile metropolitan museum, ma a parte la sala degli autori del primo 900 non ho visto granchè o forse non mi sono soffermati sugli autori giusti.

In realtà è stato per me più divertente andare a scattare una foto al palazzo di google che c’e’ sulla 14esima strada!

Mi chiedo perchè il logo sia bianco…

Il paradosso dello squalo

Per il resto è stato come tornare dopo un lungo viaggio e passare del tempo in una seconda casa: sono passati 14 anni dalla prima visita. Quel viaggio è stato il mio primo viaggio fuori dall’Europa e per certi versi è entrato talmente a fondo nel mio DNA che ne ho ancora dei ricordi visissimi (come quando siamo andati a mangiare a Chinatown).

E’ stato bello tornare e rivedere alcune degli scorci di manhattan che ricordavo ed in un certo modo mi ha fatto riflettere.

New York 14 anni fa mi ha fatto un grande regalo: dopo quel mitico viaggio ho sempre guardato oltre l’oceano (metaforicamente, perchè al massimo potevo andare in Liguria a fare queste riflessioni liquide) dicendo a me stesso “quanto vorrei stare dall’altra parte, quante cose potrei fare, quanto sarebbe diversa la mia vita”. E questo mi ha dato, nel corso degli anni, una notevole energia per cercare di portare avanti questo sogno.

Questa volta New York mi ha fatto un altro grande regalo: mi ha ribadito che è importante continuare a muoversi perchè altrimenti come per il paradosso dello squalo, se stai fermo muori.

Questa è stata la mia esperienza e buon viaggio a tutti 🙂

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incredibili nerdate

The walking dead (brain): la serie cerebrolesa che striscia

Ho appena visto Walking dead 3×01, il primo episodio della terza stagione.

Correte prima che la trama vi raggiunga!

Se avete fretta, il riassunto non spoilerante di questo post è che una puttanata galattica. Il mio consiglio è di comprarvi il Fumetto su amazon.it, se vi piacciono le premesse, perchè è 100.000 volte meglio di questo psicodramma preriscaldato.

Aggiornamento del novembre 2017

Sono passati 5 anni da questo post, la serie “tragicamente” continua e il mio consiglio di leggere il fumetto rimane valido. Io ho smesso di guardarla.

Comunque…

Se voleste rivedere episodi precedenti, li trovate in straming legalmente e in italiano su vari operatori nazionali (al momento Now TV ma chissà in futuro).

 

Per chi avesse tempo e voglia di discutere (spoiler)

La prima premessa fondamentale è che ho guardato la prima stagione, mi sono addormentato durante la prima puntata della seconda stagione e mi sono svegliato che era finita! “Ma come…” direte voi “esiste lo scaricamento, bittorrent, megaupload e un sacco di altri modi per scaricare gli episodi!”.

L’altra premessa fondamentale è che avendo letto il fumetto (vedi link sopra) io sono anni-luce avanti a voi che seguite solo il telefilm. Anzi sono proprio in un altro universo perchè Daryl nel fumetto non c’e’. E a dirla tutta “Daryl” è un nome che sta bene ad una ragazza o ad un bambino destinato a non diventare mai più alto di mezzo metro, visto che si traduce in “carino/carina”.

Ma vabbè, sono scelte che vanno fatte quando si cambia media. Cambiano un pò i personaggi. Se ne aggiungono di nuovi. Sono scelte di sceneggiatura, si possono digerire e poi comunque Daryl è una figura cazzuta.

Senonchè…

…io non so se Glen mazzara, lo sceneggiatore e produttore esecutivo della serie si sia fatto prendere un pò la mano, ma il tono rispetto a quello che ho visto in passato è radicalmente diverso.

  • Ci sono un sacco di armi con SILENZIATORI montati.
  • Carl nel fumetto ha OTTO anni, nella serie ne ha 13. Io a tredici anni cominciavo a pensare alla gnocca, non credo che sarei stato un killer prezzolato che uccide zombie a sangue freddo con una pistola con silenziatore! E mio padre prima di darmi una pistola in mano mi avrebbe riempito di ceffoni. In questo episodio Carl sembra un incrocio tra Billy the Kid e Max Payne. Mi immagino che prima o poi cominci a sparare al rallentatore con due pistole (silenziate).
  • Di che cacchio sono morte le guardie in divisa antisommossa per diventare zombie ? Mica mi verrete a dire che sono rimaste nella guardiola fino a che hanno finito acqua e cibo ? Spirito di corpo, complimenti!
  • Rinculo gente! E’ quella forza prodotta dai gas della deflagrazione ed è tanto più potente quanta polvere da sparo è contenuto.  Beh, Carl riesce tranquillamente a sparare dalla torre del carcere (e colpire! e fare fuori uno zombie! Ma se avete pochi proiettili, che cazzo li dai in mano ad un marmocchio?). Ma il fatto ancora peggiore è che Hershel, il vecchio riesca tranquillamente ad usare un M16. Anzi, riguardando, ci riescono tutti, nel mondo post apocalisse di walking dead, probabilmente l’inerzia è morta!
Guardate, ho trovato il mitragliatore della barbie!
  • La fottuta balestra: L’abbiamo capita che è un’arma fighissima, da portare con se in caso di apolisse zombie, perchè non consuma energia, serve anche per cacciare gufi volatili. Ma, cazzo, è un’arma da media-lunga distanza, salvo non ti chiami Gatsu di Berserk. NON PORTARLA QUANDO VAI DENTRO UN CUNICOLO SENZA ILLUMINAZIONE! No. Daryl ce l’ha sempre. E’ il suo feticcio sessuale o quello degli sceneggiatori, abbiamo capito.
Molla quella balestra, Linus!
  • Ahi ahi la Gamba: Hershel viene morso da uno zombie che faceva finta di essere morto ma in realtà era non-vivo (ah-ah!). Lo trascinano via e cosa decide di fare Rick: l’accetta. No, non è che accetta la sua condizione di quasi-non-morto, decide di amputargli la gamba con una scure. Una scure piccola, quindi ci vogliono diversi colpi prima che si tagli nettissimamente: un lavoro di fino. L’amputazione di emergenza è un classico della filmografia zombie, ma qua risulta quasi demenziale perchè nemmeno gli mettono in bocca qualcosa da mordere per evitare che si spacchi i denti per il dolore. Chop chop chop! E il tutto mentre T-dog trattiene la massa di zombie dietro due porticine sbarrate con un l’equivalente di un mestolo da cucina.
Gente, credo che mi serva anche l’altro mestolo per sbarrare la porta!

Voto

2/10. Come le palle che mi hanno fatto girare !