Si continua con la narrazione vacanziera!
Per il riassunto della parte 2… rileggetela!
Usciti dal generator, ci dirigiamo a piedi di gran carriera (una delle caratteristiche salienti della vacanza) verso il British Museum. Il British Musem e’ circa un chilometro e mezzo dal Generator, per cui seguendo una mappa che mi ero stampato andiamo in direzione… sbagliata. Beh, non di molto, però Snaga approfitta dell’occasione per farsi finalmente un caffè allo Star Bucks. Di tutte le catene esistenti al mondo, questa si caratterizza per le bevande discrete, i frullati appetitosi (anche se un pò cari) e le salette con le poltroncine.
Dopo la sveglia alla caffeina (di cui io faccio a meno), seguiamo un po’ di indicazioni e arriviamo al Museo.
Del British dirò poche cose salienti: è grandissimo, è ordinato ed è gratuito.
Ci sarebbe da scrivere un capitolo a se stante… sopratutto l’area medio-orientale con le opere d’arte Assire e’ assolutamente splendida. Ma anche la sezione celtica e anche quella centro-sud americana.
Per esorcizzare la mia italianità (un difetto genetico difficile da curare purtroppo) lascio anche 5 euro di contributo al museo.
Stanchi e felici usciamo dal museo dopo quasi 3 ore, sono le due del pomeriggio: lo stomaco brontola! Fortunatamente Londra è ricca di ristorantini etnici che a pranzo consentono di mangiare per poche sterline.
Dopo aver girato un pò approdiamo ad un ristorante indiano, che pero’ ci propone un take-away dovendo chiudere nel giro di un quarto d’ora.
Sconsolati ce ne andiamo (il bisogno di sedersi e’ soverchiante) e approdiamo non troppo distanti da li in un ristorante Thai. La cucina è ottima, simile a quella cinese, ma più piccante. Peccato che le porzioni siano un pò microscopiche per i miei gusti.
Alla fine del pranzo, la mia amica Raven_lore ci viene a salutare e iniziamo un altro giro in zona che ci porta prima a “Forbidden Planet” (luogo di culto per i cultisti dei fumetti e dei film) e poi un pò in giro per il centro fino a Chinatown. (ARGH un sacco di ristoranti cinesi che offrivano pranzi e cene a prezzo ridicolissimo).
Accompagniamo Raven al suo B&B (Che per la cronaca costa meno dell’ostello… c’e’ da valutare che ora sapendo dove andare, magari in futuro andremo li) e poi usciamo a cenare… E finiamo all’indiano “mancato” a pranzo!
La cena si rivela ottima e il prezzo accessibile!
Usciamo che e’ quasi mezzanotte e decidiamo di rientrare perche’ il giorno dopo la sveglia e’ prima dell’alba… Torniamo all’ostello e fatti i dovuti calcoli non saremmo riusciti a prendere i mezzi per arrivare a Stansted per prendere l’aereo… Su consiglio di Raven, chiediamo ai ragazzi dell’ostello di prenotarci un taxi per l’indomani.
Per farla breve: Sveglia alle 4.30 di mattina per prepararsi, taxi alle 5, 15 STERLINE in totale per 20 minuti di corsa, ma siamo riusciti a prendere il treno a Liverpool street per Stansted con un buon anticipo.
Ne è valsa comunque la pena, perchè l’aereo da Londra a Glasgow costava una cosa come 25 euro a testa!
Vi consiglio caldamente di prenotare con un congruo anticipo (3-4 settimane) voli del genere: troverete tariffe equivalenti a orari piu’ umani.
Stanchezza a parte, alle 9.50 approdiamo a Glasgow… il cielo è grigio (una costante alla quale ho fatto l’abitudine, Snaga magari un pò meno) e la temperatura frizzante (Un po’ come a Lucca a Novembre, quando piove, per darvi l’idea). Ma eravamo li, un po’ scombussolati ma pronti a iniziare la seconda parte del nostro viaggio nel Regno Unito!
Prossima meta: la stazione centrale di Glasgow dove ci saremmo dovuti incontrare con la nostra “basista” di Birmingham: Negshin!
Nota di costume: Italiani pochi e poco fastidiosi. Il popolo che personalmente considero “Scourge of the land” era stranamente presente. Probabilmente molti hanno cambiato mete per timore di attentati, quindi i turisti che c’erano erano principalmente over 30. Meglio così.