- Il bradipo non si muove praticamente mai
- la tartaruga si muove di circa 2.4 metri al minuto
- Una lumaca da giardino percorre grossomodo 1,3 centimetri al secondo
- Il corriere Bartolini riesce a NON percorrere 5 chilometri dentro milano, in 4 giorni! Ad oggi siamo ad una stima di 80 centimetri al minuto, ma il valore finale potrebbe scendere ancora! Vai così Bartolini!!!
Se mai vi capitasse di andare alla blogfest 2010, NON scegliete l’opzione più lussssssuosa, perchè è quella che scelgono generalmente i rappresentanti della ristorazione lazionale, i turisti tedeschi pensionati (gente che è in vacanza da una vita) e alcuni strani individui.
Non ci troverete insomma i blogger italiani, che scelgono soluzioni più economiche, ma sopratutto più vicine al luogo dove si svolgono gli eventi (tipo il Bellavista hotel).
A parte questa considerazione logistica, negli hotel di Riva del Garda (come pure in gran parte degli hotel di un certo livello) sarete soggetti al rito della colazione a buffet.
Rito della colazione a buffet
Nella maggior parte dei casi l’hotel mette a disposizione un congruo asssortimento di generi alimentari, come croissants (non chiamatele brioches), speck e salumi vari, frittata strapazzata, salmone norvegese (yum! ma non sempre c’è), tortine varie, marmellatine, frutti, succhi vari (almeno tre tipo), ecc..
A differenza delle mense e dei self service, il buffet della colazione in questa zona nordica può avere risultati differenti a seconda degli orari e dei frequentanti:
Ore 7.00-7.30: a quest’ora si trovano solo ninja e pensionati tedeschi in vacanza. Generalmente sono reduci da una sana nuotata nella piscina a meno 20 gradi (i tedeschi) o dall’aver appena ucciso un dittatore africano (I ninja. Ma talvolta anche i pensionati). Mangiano rigorosamente salato e non lasciano traccia del loro passaggio, salvo qualche dentiera.
Ore 7.30-8.30: Arrivano i pensionati italiani. Calano come frecce dell’esercito persiano oscurando il sole e passano come cavallette su qualsiasi cosa sia edibile. Alcuni hanno con loro i nipotini che le giovani coppie hanno sbolognato ai nonni, per avere un pò di pace e tempo per fare sesso. In base alla provenienza i bambini vanno dal narcotizzato al riposseduto. Nel mio caso ho visto solo narcotizzati.
ore 8.30: arrivano i blogger e i turisti normali. Quelli come me che arrivano all’inizio della fascia, trovano ancora delle particelle di cibo, quasi mai i croissants (che sono molto buoni), ma per fortuna ci sono cereali e latte parzialmente scremato a volontà. Il salmone in genere viene rimpiazzato con un rozzo disegno del pesce, giusto per darti il messaggio “hic sunt salmones” ma non puoi fare a meno di restare leggermente deluso. Rimangono 3 uova da fare sode nell’apposito cuociuova, un pugno di frittata strapazzata e un sacco di cose salutiste ma che non danno soddisfazione.
ore 9.00: mentre ti stai per alzare, mentalmente soddisfatto ma fisiologicamente scazzato, arriva un cameriere che fa il refill dei salati. Gioia e gaudio! Va bene che ho preso già 8 piattini di corn flakes per far fronte alla fame, però magari un posticino per una fettina di salmone ci sta… E invece arrivano i lanzichenecchi: una squadra di imprenditori-amministratori dell’ambito della ristorazione laziale (o altro settore commerciale che ha bisogno di fare congressi, come le lavandaie venete, le mondine di novara, gli intagliatori di formaggio sassari e i cuneesi). Vestono tutti di nero come fossero dei neo sposati Mormoni in libera uscita, ma la maggior parte parla come alberto sordi e ha una pancia prospicente. E chiaramente magnano, aho’! Inizialmente disintegrano la parte dei dolci, lasciando solo quelli “strani” (tipo er plum cakke, che fa un pò buc cakke e magari gli fa impressione) e chiaramente nessuno vuole i “roll” con l’uvetta, poi gli esploratori esplorano la parte dei salati e dopo un paio di richiami, il resto dello stormo si getta sul resto del cibo. La scena è degna dei migliori episodi di Quark.
ore 9.00 ma in un hotel pieno di blogger: Stessa cosa come nel caso sopra, ma i cibi svaniscono prima e la gente guarda di più il cellulare/palmare/iphone. E parla con più inflessioni.
ore 9.30-10.00: nessuno viene a fare colazione a quest’ora, salvo i masochisti.
Morale: se volete fare una colazione come si deve, chiedete prima alla reception che tipo di ospiti si aspettano in un certo weekend. E poi svegliatevi di conseguenza. E attenti ai ninja e ai pensionati tedeschi.
edit: per qualche ragione il mio wordpress non memorizza lo strikethrough, insomma il barrato. Per questo motivo alcuni paragrafi vi sembreranno strani da leggere.
edit2: pare che il <del> funzioni solo nell’editor html e non nel visuale.. uff.
Sabato scorso ho approfittato del fatto che sono fuori dalla vita delle persone tutti i miei conoscenti erano purtroppo impegnati e mi sono deciso da andare a vedere Distretto 9 per conto mio. E’ un film di cui avevo letto poco, ma dai trailer che c’erano in giro faceva pensare ad una trama originale e intrigante. Il fatto che poi fosse prodotto da Peter Jackon, faceva almeno presupporre un certo livello qualitativo!
La trama in breve e senza spoiler
Il film racconta uno spaccato di vita di Johannesburg ipotizzando che negli anni 80 sia arrivata un’astronave dallo spazio e si sia fermata sopra la città. Dopo i primi tentativi, l’umanità è penetrata nell’immenso vascello e ha scoperto che era l’equivalente di un barcone per il trasporto dei profughi dalla Libia. Similmente ai profughi diretti verso la repubblica delle banane, uno dei paesi del G8, sull’immensa astronave sono stati scoperti centinaia di migliaia di alieni in stato di denutrizione, che sono poi stati portati a lampedusa a terra e rinchiusi alloggiati in un centro di accoglienza temporanea una baraccopoli recintata alla periferia della città (il distretto 9 appunto).
Gli alieni, sono davvero alieni: vengono chiamati “Gamberoni” e in effetti è proprio quello che sembrano. Molto ben fatti e ovviamente non parlano la nostra lingua (non hanno una bocca per farlo) quindi ci sono sempre i sottotitoli. Anche Borghezio ne avrebbe bisogno.
La regia (sempre senza spoiler)
Il film è organizzato inizialmente con uno stile documentaristico, un pò alla Cloverfield e un pò con lo stile di Verhoeven (spero di scriverlo giusto) che era il regista di Robocop e StarShip Troopers. Insomma l’occhio della cinepresa è quello di un cameraman che riprende delle scene di sgombero ed è una ricostruzione di eventi passati, insomma un immenso moviolone.
Nella seconda parte del film, la regia cambia totalmente, diventando una ripresa dinamica con tanto di scontri a fuoco, armi magiche e mosse mitiche, oltre ad un sacco di sana iperviolenza.
Per chi apprezza i robottoni giapponesi, Fanteria dello spazio di Heinlein, mechwarrior o il gioco di ruolo “Space Master”, verso la fine c’è da titillarsi l’augello per un motivo tecnologico. Ve lo accenno: PWRD RMR. Se siete fighi avete capito, sennò leggetevi daccapo fanteria dello spazio.
Kafka la metamorfosi
Il perchè del titolo di questa sezione lo capirete durante il film. Inoltre il film è anche un’elaborata metafora sulla segregazione razziale. Bossi l’ha visto e ha detto che i gamberoni verdi saranno il prossimo simbolo del suo partito: la lega Nord-galattica.
Finale
Il finale è un pò sottotono, non deludente, ma si poteva concludere con il botto. Probabilmente è una scelta stilistica quella di lasciar spazio alla riflessione invece che concludere con i fuochi d’artificio alla maniera di hollywood. Comunque il film merita e se sostituite ai gamberoni dei normalissimi razzisti ai quali fare la stessa esperienza profughi, vi verranno un pò di brividi lungo la schiena. Sopratutto perchè l’ispirazione per la storia arriva da Padova, da una situazione vera, ossia la permanenza dei profughi dello zimbawe in sud africa.
Insomma ve lo consiglio !
si torna al reggimento.
Inizia un altro mezzo mese di legione straniera in mezzo ai berberi.
Mentre rifletto su varie cose, tra cui
- scaricare i nuovi episodi di Shin Mazinger
- Decidere se interfacciare posterous con il blog in modo da mandare in automatico gli aggiornamenti che faccio tramite cellulare
decido, in maniera randomica e scellerata di farmi contagiare da questo simpatico farabutto di Luigi. La parte più scellerata di questa decisione è quella di mettersi a bloggare alle 12:20, ma tanto devo scaricare un paio di episodi di Shin Mazinger e allora, c’e’ il tempo…e poi non riuscirei a dormire senza averli visti.
Luigi è un caro e vecchio amico che conosco da almeno una decina d’anni. Le nostre strade si sono incrociate grazie al gioco di ruolo e a IRC, poi ci siamo incontrati in varie occasioni alla fiera dei giochi e fumetti a lucca. Poi la mia passione è scemata e sono uscito dall’ambiente.
Infine l’ho ritrovato grazie a Facebook e al suo incredibile blog “Emigration for dummies” relativo alla sua esperienza americana.
Esperienza che sto trovando elettrizzante, perchè anche io ho in programma di trasferirmi negli States e quindi recepisco il suo “shock culturale” come un’esperienza da assimilare. Che poi essendo lui un fisico, ha dalla sua sicuramente un cervello pronto ad adeguarsi alle situazioni. La stessa mia amica Marcella, fisica anche lei, si è dotata di spirito pragmatico per vivere la sua esperienza formativa a Monaco di Baviera.
Certo che forse sono arrivato un pò “Lungo” a progettare un’emigrazione a hmm… uh… ah si, 38 anni suonati e cantati, ma d’altra parte uno non è che può fare progetti finchè non diventa grande. Che poi io da grande volevo fare lo scienziato e invece mi è toccato fare ragioneria.
Altrettanto grandi qua sono le zanzare padovane. In altri posti ci sono le zanzare tigri, qua ci sono le tigri zanzare: lo stesso insetto ti morde in tre posti contemporaneamente su due gambe. Sarà che a padova ci sono troppi canali, in effetti interrassero un pò di sti canali si circolerebbe meglio. Non parliamo di Saonara, comune famoso per il vivaismo. Viva tutto, per carità, ma quando piove sembra di essere nelle risaie di novara.
Deh’ boia, è arrivato shin mazinger e in 24 minuti ho scritto abbastanza corbellerie. Se Luigi non mi uccide per la foto pubblicata, ci si risente.
ps: in toscana si dice “A me mi piace la potta“. E lo sottoscrivo.