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The audacity of change

Scusate se parafraso un pò il motto di Obama e il titolo del suo libro, ma d’altra parte questa è l’aria che ho nei polmoni, aria di cambiamento, di rinnovamento, di speranza. E non solo per l’America, ma anche per me stesso.

Verso l'infinto e oltre, complice la NASA

Reduce dal viaggio in Florida posso tranquillamente dire di aver trovato una nazione pronta a liberarsi di certi stereotipi, insomma pronta a fare autocritica e ripartire. 

Ma sopratutto devo dire che l’esperienza di questo viaggio “quasi in solitaria” (spesso ho girato da solo) mi ha decisamente formato e reso più speranzoso e meno paranoico per il futuro.

Vedete il portachiavi? E’ il segno che sono stato al museo della Nasa a Cape Canaveral e che ho visto delle cose spettacolari. Sopratutto è il segno tangibile che ho guidato per 500 e passa chilometri da solo, sbagliando strada, imprecando come uno scaricatore di porto, incazzandomi perchè non avevo un GPS, ma non mi sono MAI ARRESO. 

Il potere del cambiamento.

Direi che questo presidente americano rappresenta una volontà  di una nazione di voler provare a cambiare. Una volontà  che vedo continuamente repressa nel mio paese. Nel mio lavoro e nelle mie passioni. Beh, oramai la decisione è quasi presa: Si va in America, bisogna solo definire le tempistiche. In questi mesi continuerò a battere sui contatti che ho preso e al prossimo Aprile 2009, ci sarà  una nuova conferenza a Fort Lauderdale, dove cercherò nuovamente di rafforzare questi contatti.

E se ci sono le condizioni economiche per trasferirmi con le spalle coperte da un reddito ragionevole… parto. E non mi fermo finchè non sono “arrivato”. Perchè voglio realizzare il mio sogno e questa volontà  almeno per ora è inesauribile… magari mi scontrerò con problemi e momenti difficili, ma lo faccio già  quotidianamente e la cosa non pare deprimermi (probabilmente quella parte del cervello si è atrofizzata per il troppo utilizzo).

E voi, che sogni avete ? State lavorando per realizzarli ? 

3 replies on “The audacity of change”

Ohh Gareth, sai che mi mancherai molto.
Però se troverai la tua strada e potrai realizzare i tuoi sogni in america, fai bene ad andare. Spero che potremo parlarne di persona presto, voglio sentirti raccontare di queste cose e capire quello che desideri, per capirti sempre un poco meglio 🙂

scusa se non veniamo a Torino in questi due weekend, ma ci era proprio impossibile.. :°( ci sentiamo via mail!

Sì, sto lavorando per realizzarli. Ma è un processo lungo e lento, quasi eterno. Risparmiare qualcosa ogni mese con il mio stipendio, con questi chiari di luna non è affatto facile. Ma un pezzettino alla volta lo si fa. Non mi importa se ci metterò dieci anni, mi importa che ‘lo sto facendo’ e quella è la mia luce in fondo al tunnel. Per quanto lontana, c’è. Fai bene ad andare via, se appena ne hai la possibilità. Ci penso spesso anch’io (sono più orientata sui paesi freddi freddissimi europei però), ma al momento per me è proprio impraticabile. Già diversi amici hanno lasciato i nostri lidi per andare altrove (una in California, l’altro a Londra…), altri lo faranno a breve (Canada, Spagna…). Io vi aspetterò tutti qui a fare il comitato di accoglienza per quando verrete in vacanza ^_^
E magari nel frattempo avrò aperto Cassiopea.
Un bacio, e bravo.

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