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La menzogna della partita iva

Ovvero “ma quanto devo chiedere per prendere circa XXXX euro al mese ?”

Questo post nasce da una discussione in una mailing list di web designers che frequento. Alcuni di loro dovranno probabilmente aprire la partita iva nei prossimi mesi, altri l’hanno già  fatto e sono un pò scombussolati. Spiegando che ho raggiunto quest’anno un prelievo fiscale (compreso l’inps) del 50.6% , che con l’acconto inps di ottobre diventa un prelievo “percepito” del 60%, ho spiegato come stanno veramente le cose. Quello che segue è il testo scritto di getto, lucida follia…

La menzogna della partita iva.

 

Ti spiego, o almeno ci provo, magari tra informatico e designer ci intendiamo meglio che con il commercialista, che fa il suo lavoro, ma comunica in genere malissimo 🙂
Con il “forfettone Iva” quello del limite dei 35000 euro annuali, l’iva non esiste piu’. Ne a debito, ne a credito.
Quello che fai è togliere il 20% fisso, che in sostanza “accumuli” in previsione delle tasse. E’ la cosidetta “ritenuta d’acconto”: tu non la prelevi e il tuo cliente la versa allo stato per te.
Qual’e’ il vantaggio: non c’e’ piu’ la scadenza trimestrale per versare l’iva. Tu non metti l’iva sulle fatture che fai (perche’ non puoi) ma l’iva sulle fatture di acquisto divenda un costo deducibile, quindi abbassa i tuoi ricavi e quando ti calcolano il Modello UNICO (la dichiarazione dei redditi in pratica)  paghi meno tasse perche’ il fatturato effettivo e’ piu’ basso. L’UNICO arriva verso Ottobre.
E fin qua ci staremmo, anche sommando le imposte degli enti locali, grosso modo le si coprirebbe con la ritenuta d’acconto o sarebbe poco di piu’.
Dove sorge il problema ? La previdenza sociale ovvero il calcolo dell’INPS. Ogni anno l’inps chiede a noi gggiovani di pagare le pensioni per quei bastardi dei genitori altrui (i nostri sono santi) e per i politici in pensione, ecc… Ecco che quindi l’inps arriva e ci prende un aggiuntivo 24% sui nostri introiti DELL’ANNO PRECEDENTE (o in base agli studi di settore se e’ il tuo primo anno) da versare a giugno. In piu’ a fine ottobre ti chiede di versare un anticipo dell’ANNO SEGUENTE, chiaramente calcolato con un criterio storico (cioe’ se nel 2007 hai fatto 30.000 euro e a ottobre 2008 sei a 20.000, lo paghi su 30.000 che e’ il dato certo che loro hanno. Salvo tu non dica al commercialista di ricalcolare in base all’andamento dell’anno. E se non glielo dite, non lo fanno quasi mai).
Ci siete ancora ? Facciamo due conti a spanne.
20% di tasse varie (già  anticipate durante l’anno con la ritenuta d’acconto) +
24% di inps +
qualche percentuale dovuta alle tasse degli enti locali =
50.6 %. (almeno per me, la vostra percentuale potrebbe essere piu’ bassa)
Sommate l’acconto per l’anno dopo e dalle vostre tasche il 30 ottobre uscirà  il 60% di quello che fatturate in un anno, se siete regolari.
Ora un commento: chiunque vi dica che con la partita iva normale si scarica tanto, o è un farabutto, o è un imprenditore che fa commercio o è  un commecialista o è un cretino che prima o poi si prende una stangata dall’erario.
Vi spiego facilmente perche’ nel caso del consulente non funziona:
Immaginiamo che io fatturi ogni mese 2000 euro. 
Aggiungo 400 euro di iva (si chiama “rivalsa”: cosi’ me la paga il cliente)
Sottraggo 400 euro di ritenuta d’acconto (per legge!).
Quindi in cassa mi arrivano 2000 euro e ho un credito di 400 euro verso lo stato, che ritornerà  a ottobre per compensare le tasse.
Adesso, per recuperare interamente l’iva a debito e non pagarla, devo fare ACQUISTI per 2000 euro, facile no ?
Col cazzo! Insomma.
  • La benzina: non scarico l’iva.
  • La spesa al supermercato: non scarico l’iva.
  • L’accendino con l’immagine pirata di Kaneda: non scarico l’Iva
  • Le siga: non scarico l’Iva
  • Il drinkino per farmi la figa di turno al millionaire… no, non scarico  l’iva.
  • L’erba… non scarico l’Iva salvo lo spaccino non sia anche un venditore di hardware e non mi venda un case vuoto a 100 euro.
Per scaricare l’iva devo prendere oggetti o servizi che siano in “Iva Detraibile” come materiali consumabili, hardware, macchinari, prestazioni di lavoro altrui che abbiano la partita iva, ecc…
Viene da sè che ogni mese accumulo piu’ debito di quanto posso annullarne e questo perche’? Perche’ non siamo “mercanti”, non siamo imprese, siamo scusate il termine -consulenti-. Vendiamo servizi principalmente, non beni materiali e quindi la nostra microimpresa non ha costi detraibili, perchè non fa “girare il mercato”. E anche pochi costi deducibili (quelli che fanno scalare le tasse dell’UNICO di ottobre).
Che stronzi che siamo eh ? 
E intanto abbiamo “spostato” 400 euro al mese per 10 mesi, fino alla fine di ottobre. 4000 euro totali che sono rimasti in prestito allo stato, invece che nelle mie tasche dove magari potevo metterli in banca e farli fruttare qualche punticino percentuale in più. E non bastano a coprire tutte le tasse, perchè io devo anche aver pensato a tenermi da parte dei soldi per pagare anche l’inps e l’acconto inps.
Quindi quanto mi rimane in tasca/conto/materasso ?
Quindi di quei 2000 euro, immaginando di non fare acquisti detraibili nel mese (non mi compro tv 32″ pollici ogni mese!), tolgo 400 di iva. Mi rimangono 1600 euro. Tolgo 480 euro prudenziali da dedicare all’inps di fine anno (24%). Mi rimangono 1120 euro in tasca. Tolgo qualche tassa locale, diciamo che andiamo a 1000 euro. Sarebbero 12.000 euro annui. Peccato che al 30 ottobre mi chiedono altri 1800 euro di acconto inps, ok che è un credito verso lo stato, ma non potendolo usare per fare la spesa, sul conto in banca mi rimangono 10.200 euro (immaginando di vivere d’aria, in una caverna di proprietà , senza amici). Sono 850 euro mensili con cui si può scialare. Togliete l’affitto, il cibo, la benza, le sighe, il fumo… quanto resta? Un pò di più se rinunci a sighe, fumo, fighe, cibo fuori casa… in pratica ci diamo alla clausura per lavorare. E se uno resta a casa dei genitori, lo chiamano pure bamboccione.
Vogliamo fare un foglietto excel per aiutare fare questi ragionamenti ? Credo che l’imprenditoria moderna si fondi sul raggiro che il consulente medio non sappia fare un conteggio del genere e quindi si ritrovi vincolato in una situazione di merda.
Quindi un consiglio, mostrate i pugni duri a chi vi chiede di aprire una partita iva, chiedete il doppio di quello che avete in mente o che prendete ora come cocodè… e se non gli va bene… che lo facciano fare a loro nipote no ?
Oppure fate come chi se ne va qualche anno all’estero in cerca di condizioni di lavoro più interessanti.
Se ci fossero inesattezze, correggetemi come diceva il Jean Paul 2°, lieto di sapere che mi sto sbagliando.

7 replies on “La menzogna della partita iva”

la partita iva è spesso una fregatura
conosco gente che ha dovuto cambiare lavoro per le troppe tasse o tornare dipendente per stare più tranquillo
io stesso avevo un lavoretto comodo di assemblaggio materiale elettrico che mi fruttava qualche euro e facevo a casa a tempo perso, ma quando la mia famiglia ha chiuso la ditta che aveva la partita iva io ho dovuto smettere perché mi costava più di inps che di guadagno

caro andrea,

sinceramente un po’ mi stupisce questo tuo post: queste cose le sapevo quando ho aperto la partita iva, e sono andato da un mio amico commercialista per chiedere qual era la cifra al netto di iva che avrei dovuto chiedere al mio principale per avere a fine anno piu’ o meno gli stessi soldi che prendevo con la ritenuta d’acconto. abbiamo applicato un x1,6 (che alla fine era la stessa proposta che mi avevano fatto i datori di lavoro).

a dire il vero il mio caso non e’ identico al tuo: io non faccio il “forfettone”, quindi l’iva la segno in fattura e la pago trimestralmente.

resta fermo il discorso su cio’ che e’ scaricabile, e su come per alcuni liberi professionisti non esiste il circolo acquisto/vendita di beni sottoposti ad iva. anche questo pero’ l’ho sempre saputo: e’ ovvio che non puoi andare a credito di iva come consulente, significherebbe avere piu’ spese che introiti.

il problema non e’ del sistema in se’ (al di la’ di come venga effettivamente investito il prelievo fiscale), la menzogna non e’ la partita iva di suo: la menzogna e’ il fatto che le societa’ ti chiedano la partita iva invece di assumerti o farti un contratto a tempo determinato.

Guarda, hai avuto probabilmente la fortuna di avere un “amico commercialista”, la maggior parte delle persone che conosco ha “un commercialista” e quindi hai anche una visione completa dei flussi di cassa.

Io oramai ho un’idea, ma ci sono TANTE persone che stanno aprendo ora la partita iva, perche’ non possono lavorare in altra maniera e queste cose non le sanno. Per questo ho scritto l’articolo, perchè si rendano conto delle problematiche che comporta, perchè cerchino di farsi istruire a proposito (e il mio primo commercialista che mi convinse ad aprirla, non fece nulla del genere).

Inoltre ricordiamo a chi legge, che chi è libero professionista non ha accesso nemmeno alle principali forme di credito. Niente pagamenti rateizzati. Niente mutui (dato il periodo e’ meglio andarci con i piedi di piombo), ecc… Insomma non è per tutti questa partita iva.

EIlà
Maledettamente vero, anche se con importanti eccezioni.
Io che ce l’ho da 2 anni, ancora fino all’anno prossimo pago tasse accettabili grazie al RFA nuove attività

Ho i brividi per quello che misuccederà nel 2010

Ciao Alberto, io non ho nemmeno avuto accesso all’agevolazione, perche’ mi hanno fatto transitare da dipendente a libero professionista, restando nella stessa categoria merceologica 😛
Insomma un’inculata non male!

Ciao,
complimenti per il post, che dà un’idea di cosa comporti aprire la partita iva.
Io lavoro come consulente con P.IVA da più di 10 anni e, oltre a condividere quanto hai scritto, posso confermare che è maledettamente vero che la nostra categoria non può scaricare praticamente una mazza!
Un vantaggio, invece? in tempi come questi, di incertezze per tutti (dipendenti COMPRESI), credo di potermi riciclare molto più rapidamente di chi ristagna da anni nella “sicurezza” di un contratto a tempo indeterminato. Magra consolazione, ok, ma io a casa non ci sono mai rimasto…
BYE 😉

Ciao,

Dopo 10 anni di onorato servizio nel commercio ho chiuso la partita iva al 31/12/08 causa gravissimi problemi di salute, probabilmente causati dal lavoro in proprio che mi ha costretto per anni a cicli di lavoro massacranti (vivere per lavorare come una macchinetta senza sosta). Con un attività da libero professionista se guadagni 100 paghi 150 e così via. Dentro a questo sistema ci si morde la coda e basta. E si pensa solo alle continue scadenze sui pagamenti, di giorno e di notte. Se questa è vita !!. Con la partita iva non si fanno fortune …. anzi. Invito a riflettere e a pensarci seriamente sù (specialmente per chi senza mezzi e soldi pensa di aprirne una, non è uno scherzo).

Salutoni,

Mark

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