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Cose sceme

A grande richiesta… le tipologie da spiaggia (vacanziera)

Dopo aver affrontato l’analisi della popolazione media durante un periodo non di vacanza, affrontiamo ora qualche personaggio tipico del momento di vacanza.

La donna bionica: Creata grazie all’impiego di moderne tecnologie, grazie ad un sapiente uso del silicone è dotata di un seno trivellante. Generalmente abbronzata e magrina, gira chiaramente in topless, non tanto per far vedere che è lampadata (non c’è segno del costume) ma proprio per far vedere che ha fatto l’intervento ed è contenta di aver speso quei soldi.


L’uomo bionico
: accompagna la donna bionica. Fustacchione lampadato, non può togliere mai gli occhiali (ne in acqua marina e nemmeno sotto la doccia) perchè rischia che i liquidi gli entrino nel cervello mandandolo in cortocircuito.

Il Gaio: atleta, probabilmente nuotatore, fisico che farebbe impensierire il David di Michelangelo. Ci sono solo due problemi: porta un costume a pantaloncino della prima comunione, che riesce a malapena a coprire l’area uro-genitale per pochi millimetri e si appoggia alla seggiolona del bagnino, con una delicatezza e una postura proprie di una farfalla. L’assenza quasi totale di peli corporei, aggiunge sospetto al sospetto…

L’affrescato/a: Gente che nel suo dizionario ha evidentemene tralasciato la parola “discreto”, tende a farsi disegnare sulla schiena scene dantesce degne del miglior Gustave Dorè. Con questo non voglio criticare chi si tatua, ma andare in giro con mezza cappella sistina sul dorso, fa sembrare un pelo Yakuza o un pelo rinco.

La bella e la Bestia: Lei minuta, graziosa, con delle curze maliziose. Lui un energumeno pelato alto almeno 1.95m, con tatuaggi demoniaci che darebbero fastidio ad un Uruk-hai.
Quando lei vuole da bere, lui va al bar. Quando lei vuole un ghiacciolo, lui va a prenderlo. Quando se ne vanno, lui prende tutto e lei prende solo l’asciugamano e la borsetta. Now, who’s your daddy? 😀

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Cose da sapere Cose interessanti

Ritorno ancora piu’ triste…

Oggi mi trovo con Maxx e Nanni (i miei due soci del progetto Ninsola), andiamo a far colazione al bar. Io che solitamente aborro il caffelatte, decido di prendere una spremuta d’arancia.
Il cameriere mi porta un bicchiere cilindrico, sara’ stato alto circa 13 cm, con un diametro di circa 4 cm.
Se va bene puo’ tenere mezza lattina di una bibita. Ed e’ pieno di succo d’arancia.
Il gusto aspro mi riporta con i piedi per terra: sono innegabilmente nel bel paese (eufemismo).

Dopo tre sorsate e DUE EURO di costo, mi deprimo ancora di piu’.

Ho deciso: d’ora in avanti se mi invitano a fare colazione al bar, chiedo tre fette di “nan” tostato (il pane indiano), burro, marmellata, formaggio. E se non c’e’ dico “allora niente grazie”.

In culo alla caffetteria italiana.