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Chi sono io

2009: fuga da Torino

Tutto e’ connesso.

Dopo quasi 4 anni a Torino, comincio a solcare nuove rotte che mi porteranno a Padova e poi chissa’ dove. Dal 7 gennaio inizia il nuovo capitolo di questa vita un pò pazza e se c’e’ una cosa che ho imparato in questi lunghi anni è che le cose non vanno mai come dovrebbero andare. Questo potrebbe contraddire un post che avevo scritto diversi mesi fa, in cui asserivo che era possibile imprimere una “sferzata regolatrice” alla propria vita, limitando al mimimo l’elemento casuale.

In parte ne sono ancora convinto, ma sono oramai certo che oltre un certo “ragionevole” livello, non si puo’ programmare la propria vita. E’ un po’ come il discorso di “stay foolish, stay hungry” di Steve jobs, che vi ho gia’ propinato in tutte le salse: la vita e’ estremamente randomica, bisogna afferrarla e domarla, come se fosse un mostro selvaggio.

E nel frattempo bisogna fare scelte e sacrifici per arrivare ai propri obiettivi. Questo lavoro al momento rappresenta una importante esperienza professionale che mi consentirà  di crescere personalmente. Questo trasferimento rappresenta una sfida personale, sarò lontano dalla maggior parte di coloro che erano i miei punti di riferimento personale: persone che conosco da una vita, che mi hanno aiutato a diventare in quello che sono. In un certo senso è un banco di prova per un possibile salto piu’ grande ancora.

Padova 1993-1994

Con il veneto ho un rapporto ambiguo. Io per metà  sono di origine vicentina (zona di Poiana Maggiore), ma il veneto ha generato in me un trauma quando sono stato spedito a fare il militare a Belluno. E’ stato un (quasi) anno di alienazione quasi totale. Distante da casa, distante dagli amici di cui sopra, sono stato quasi sempre da solo in quei giorni. Nei brevi momenti di licenza di alcuni fine settimana (1 al mese, 2 quando andava di lusso), ero quasi sempre in treno. Belluno-Padova-Milano-Chivasso dove venivo poi recuperato da mio padre. E poi Chivasso-Milano-Padova-Belluno. Ho odiato il treno. Ho odiato il militare. Ho odiato la caserma. Ho odiato l’intera città  di Belluno. Ho odiato il Veneto, perchè nei pochi posti in cui sono stato ho sempre trovato un’atmosfera umana molto gelida e diffidente. Magari ero io che ero di parte, ma alla fine il risultato è che si è comunque creata una ferita che in parte non si è ancora rimarginata.

Padova 2001

Sono poi tornato nel 2001, in occasione di una convention ludica, la “PadCon 2001”. (Convention di cui esistono ancora report in rete, comprese imbarazzanti fotografie). Non c’e’ molto da dire di quest’occasione: siamo arrivati in qualche maniera a “Tencarola di Selvazzano” nel cui polisportiva si svolgeva l’evento, siamo stati tra la polisportiva e le vicine strutture di ospitalità , ci siamo divertiti un casino e poi sono tornato a casa.

E cosi’ dal 6 gennaio inizia questo nuovo viaggio. Parto durante il giorno dell’epifania, per incontrare meno traffico e sopratutto per evitare la maggior parte della neve che è prevista dal 7 in poi.

Vi terrò aggiornati.

Ps: Nokia e’ ancora assente

Dal 4 novembre il telefono e’ ancora in assistenza ovviamente. Vediamo se domani c’e’ qualche novità , ma ne dubito. Quanti giorni sono ?
27 giorni di novembre.
31 giorni di dicembre.
5 giorni di gennaio.
Totale: 63 giorni. 
Complimenti!

Ps numero 2: potete seguirmi anche su facebook.

https://profile.to/garethjax 

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un-creative Zen

Zen 2: l’evitabile fluire del destino

Continua l’assemblaggio del modello, con questi pezzi ho completato il busto e sono arrivato a metà  della prima pagina… rimangono altre 10 pagine di istruzioni di montaggio!
Oggi mentre montavo la cabina con il pilota (dettagliato con minuzia di particolari) ad un certo punto è successo un fattaccio. Dovete sapere che la cabina del pilota è coperta da un pannello scorrevole… questo pannello sostanzialmente scorre su due guide. Si da il caso che ad un certo punto le guide (che non sono incollate o pressofuse, sono solo incastrate) sono saltate via.

Panico.
Come le rimetto dentro ? Posso farne a meno ? Ma sopratutto… Perchè sono saltate via ?

Ogni tanto nella vita ci capitano cose inaspettate. Possiamo controllare gli avvenimenti ? Possiamo “influenzare il destino” ?

E’ mia opinione che in certi casi è possibile farlo: gli imprevisti non “critici” sono un segnale di avvertimento della vita. La vita è certamente molto varia, ma non è infinitamente multiforme, tende ad avere delle “ripetizioni”. Non c’e’ bisogno di scomodare filosofi e storici per dimostrarlo: ci sono eventi che si ripetono con una certa continuità  e il cervello li assimila per trarne esperienza.

Per fare un esempio banale, se mai vi è successo di prendere una multa sul treno per non aver timbrato il biglietto, state pur certi che non vi capiterà  mai più di dimenticarlo. O anche imparare a prenotare un posto a sedere su un intercity a lunga percorrenza: perchè farsi un viaggio incredibilmente lungo in piedi ? Anche questo è un imprevisto che è possibile imparare a controllare. Anzi, con una adeguata informazione è possibile “Immunizzarsi” contro questo genere di imprevisti.

Molto di quello che ci accade è direttamente correlato alla nostra capacità  di rapportarci o è il risultato di cose che abbiamo fatto o distrattamente tralasciato.

Comunque sia, per quanto possiamo organizzarci e fare scelte appropriate, ci sarà  sempre qualcosa che ci sfugge: siamo solo umani (e alcuni lo sono anche meno delle scimmiette) . La linea spartiacque è tra chi affronta la vita e chi si fa trasportare: salvo casi davvero gravi è quasi sempre possibile piantare i piedi per terra e decidere di superare i problemi. (insomma, malattie escluse)

Nel caso del gundam ho riaperto il busto appena chiuso e ho risistemato i pezzi che si erano levati. Nel frattempo gli ho dato anche una limatina (grazie morgus) per far scorrere meglio i pezzi. Il risultato è che sono riuscito a piantare la cabina del pilota e a richiudere il pannello. Ora il pannello è un pò bloccato, ma non è questo gran problema: la fuori è un mondo pericoloso ed è meglio stare chiusi dentro la cabina corazzata di una perfetta macchina da guerra ed uscire quando non c’e’ gente in giro… 😉

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un-creative Zen

Lo zen, la vita e la costruzione dei modellini

Lo zen e la costruzione di modellini

Mi appresto ad assemblare il Freedom che avete visto negli scorsi post.

A ben pensarci c’è molto di più di quanto non appaia… sarà  che è il mio primo modellino che assemblo (in realtà  mi pare di ricordare che mi regalarano un F14 tomcat con ali a geometria variabile alle medie,ma non fui in grado di completarlo perchè bisognava incollare dei pezzi).
Questo modello di robot rappresenta qualcosa di più di un giocattolo preso da una serie televisiva.
E’ a tutti gli effetti una metafora della vita.
Assemblare un modellino del genere significa dedicare del tempo a raggiungere un obbiettivo. Significa costanza, significa determinazione.
Le parti di questo modello, se la cosa non vi fosse familiare, vengono stampate in “mascherine”. I pezzi devono essere staccati con delle tronchesine e smussati leggermente dalle inevitabili sbavature. Per questa operazione di rifinitura (senza la quale i pezzi non combacerebbero a dovere) è necessaria una limetta (che dovrò chiedere al mio coinquilino morgus, dovrebbe averla perchè lui pratica molti generi di tridimensionale tra cui l’italianissimo e spettacolare “B.O.B.” ).

Se pensiamo ai pezzi come le persone di un “gruppo”, diventa obbligatorio apprendere che per una coesistenza perfetta bisogna smussare le nostre sbavature. Ognuno di noi le ha, sono il marchio della nostra imperfezione, sono una caratteristica che ci rende unici anche tra migliaia di persone come noi. Così come ogni modello assemblato, alla fine dei conti, sarà  diverso anche se prodotto in serie come infiniti altri.
E’ singolare pensare come le imprecisioni, gli errori, insomma la nostra imperferzione ci rende in realtà …unici. E per questo, preziosi, perchè non riproducibili.

Se pensiamo al completamento di questo montaggio come ad un obbiettivo, io posso tranquillamente dire che ho un traguardo finalmente e ho la consapevolezza di volerlo raggiungere, nei tempi necessari.
Non mi pongo il problema se ne sarò effettivamente in grado… è una domanda che tutti ci poniamo, ma nessuno può anticipare il futuro, possiamo solo sperare che il nostro presente si evolva in un futuro sperato.

E quindi si prosegue, un passo per volta, un pezzo per volta.

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Chi sono io Cose interessanti

Seaside Randevouz

Weekend allungato all’insegna del divertimento autodistruttivo.

Sabato io e l’amica drakesky partiamo alla volta di Savona. L’idea è quella ci ritrovarci con Imizael , Renetta ed Elven, dopo un’estate passata in loci ameni (chi in Gregia, chi in Irlanda, chi a Torino ghost town).
La partenza da Torino è fosca: il cielo è plumbeo, per cui speriamo nel miracolo annunciato dalle previsioni del tempo.
Il viaggio in treno è turbato da un piccolo clan di barbari piemontesi, che evidentemente ha trovato un distributore di caramelle che fornisce pasticche di extasi, perchè fanno un baccano terribile. Scendiamo a Savona e Drakesky mi rimprovera quando esplicito il desiderio di mostrare un doppio dito medio ai ragazzetti (che proseguono il viaggio. La mia costernazione per gli altri passeggeri è tangibile).
Per tutto il viaggio Drake ha portato con se una misteriosa scatola di grosse dimensioni. Partono una serie di divagazioni sul contenuto “e’ vuota” e sul fatto che magari si può appallottolare per occupare meno spazio.

Incontriamo Imizael ed Elven, mentre io addento praticamente subito un pezzo della focaccia che ci hanno portato in tributo.La giornata è bellissima (lo sarà  tutto il weekend), ci spostiamo a casa per vedere le foto della loro vacanza irlandese (bellissima irlanda *_*) e dopo aver recuperato Renetta ci prepariamo il necessario per la conquista della spiaggia.

Nel frattempo passiamo in una panineria conosciuta (Il Green Wolf) per mettere un po’ di cibo nello stomaco.

La spiaggia libera è meravigliosa: gente pochissima, sole caldo, venticello a tratti un po’ freddo, acqua limpida!!!
Un vero miracolo.
Avendo mangiato qualcosetta nemmeno un’ora prima entro in acqua con prudenza… meraviglia. E’ fredda, ma è il primo bagno della stagione, sarà  anche l’ultimo, me lo voglio godere. In acqua si sta divinamente. Persino il raffreddore e la tosse che mi stavano piagando cominciano a battere in ritirata.

Ovviamente cosa può capitare in una giornata così meravigliosa? MEDUSE!! Piccole mine trasparenti, sfumate di rosso, cominciano a fare la loro comparsa. Vengo anche punzecchiato alla mano, ma si tratta di una bruciatura di poco conto, infatti alla sera non mi resterà  neanche il segno.

Esco dall’acqua e mi metto a prendere il sole, debitamente protetto dalla crema fattore 15, gentilmente offerta da Drake. E meno male, altrimenti sarei diventato un arrosticino. Passa il pomeriggio in maniera gradevole, mentre siamo in giro vedo un manifesto delle caravelle. Sul manifesto c’e’ scritta la data di chiusura, che è esattamente il giorno dopo.
Tra me e Renetta inizia subito una sinergia: “Le caravelle. Chiude domani. Volevamo andarci una volta tutti assieme. E’ l’ultima possibilità . Andiamo ?”.
Tempo 10 minuti siamo già  galvanizzati, Elven deve solo sentire per degli allenamenti, ma è dei nostri.

Torniamo a casa, usciamo per cena (abbondante cena in una “società ” a base di pesce) , rientriamo a varazze, andiamo a dormire e la mattina dopo alle 8 la sveglia suona. Facciamo colazione, ci prepariamo e andiamo a prendere Renetta a Savona.

Più o meno per le 10, orario di apertura, siamo a Ceriale. Il sole è caldo, soffia un vento pazzesco, ma siamo pronti e gasati.
E la giornata è magnifica: gente poca (evidentemente tutti hanno pensato ad un pienone), si fanno scivoli, discese e vasche a ripetizione, code di qualche minuto al massimo.
Divertimento e relax…e un sacco di movimento. Alla sera avevo doloretti in diverse parti del corpo. 😉 (sopratutto alle gambe, visto che nella discesa del Rio Colorado, fatta su delle camere d’aria, avevo bloccato la discesa piantando gli arti sui bordi… perchè ? In questa maniera le amiche dietro sono sopraggiunte e abbiamo fatto un agganciamento totale per scendere come un allegro trenino urlante. Non fate come me: fate stretching.).

Visto che non avevamo urgenze per il lunedi’, io e drake decidiamo di dormire a varazze anche domenica e di partire lunedi’ alle 12.

Ma prima viene aperto il pacco misterioso! Che contiene il mio regalo di compleanno (si lo so, era a giugno, ma che ci volete fare ?). Il Gundam Freedom Black, della serie Real Detail. Probabilmente farò dei fotoposts del montaggio, questo mostro di modellino ha persino le singole dita mobili !!!! Sicuramente finirò per starnutire su dei pezzi e sarà  la mia fine.

Poco da dire sul rientro senonchè mi manca già  il clima ligure…

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e due…


Weekend intenso in quel di Roma, il paladino digitale (che ogni tanto ama parlare di se in terza persona, segno evidente di squilibrio) scende il sabato mattina (sveglia alle 5, controlla la posta, esci di casa, prendi il treno delle 5.55) nella capitale per il matrimonio della carissima gwineth.

Che bollitura gente! Nonostante la camicia leggera, i pantaloni rossi (che tutto sommato sono comodi) e le scarpe traspiranti (mah… perlomeno anche se nuove non causavano troppi problemi al piede), mi sono ritrovato a sudare un bel pò.

La farò breve anche perchè probabilmente la gente si aspetta di leggere cose particolari legate all’informatica come facevo una volta 😉

Il matrimonio è stato celebrato in una piccola chiesetta vicino a Bracciano e credo che quasi il 40% degli invitati fosse gamer da tavolo o online. Già  perchè la Gwinettina (bellissima nel suo abito da Arwen) oltre ad essere una storica master di gioco di ruolo da tavolo è anche game master in Ultima online su Gamesnet.

La merendacena (si e’ iniziato a mangiare che erano pressapoco le 17.30 credo) è stata fatta in un agriturismo poco distante. Salterò l’elenco delle delizie, c’è gente che legge questo blog a stomaco vuoto.

Brillante: penso che siano solo per gli amici gamer, ma la bomboniera ha in allegato un tubetto con i dadi fondamentali 😉 (insomma il set fondamentale).

Finita la sera (verso l’una di notte e più) scopro che devo ritirare le chiavi della stanza in cui dormirò (sono stati così premurosi da riservare le stanze per chi arrivava da fuori regione!)… il problema è che la reception ha chiuso.
Vado in appartamento con uno dei ragazzi, provo a tirare fuori il divano letto… non si apre. Dopo alcuneImprecazioni colorite e silenziose per non svegliare i vicini, lo richiudo, mi piglio un cuscino e mi ci addormento poco dopo.

Mi sveglio il giorno dopo verso le 9.00, colazione abbondante e poi con Zoltar (uno degli invitati) si parte alla direzione della grande metropoli per il ritorno a casa. Alle 13.46 il mio treno parte per torino, dove arriverà  alle 21.15 con 25 minuti di ritardo.
Quantomeno ero seduto… in questi periodi fare la prenotazione del posto è una salvezza!

Note aggiuntive: in queste circa 16 ore (su 48) che ho passato in treno ho avuto modo di leggere l’ultima parte di DUNE (boh, 200 pagine credo) che mi mancava. Mi è piaciuto e pensare ad Arrakis mi è servito per tenere sotto controllo la mia sete dopotutto “li farebbe molto più caldo”.

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Un anno e 10 giorni fa.

E’ esattamente un anno e 10 giorni che ci conosciamo o meglio che ti ho scritto …e tu mi hai risposto!
Avrei forse dovuto celebrare l’anniversario, ma non sono solito fare grandi celebrazioni: te l’ho detto che raramente mi volto indietro.Free Image Hosting at www.ImageShack.us

Quasi quasi metto l’evento nel calendario di google, cosi’ ci pensa lui a ricordare le cose! Ma questo perche’ sia una cosa buffa, che faccia sorridere! Niente musi lunghi! 😉

Il passato è passato, ogni momento lo porto con me, ma non provo nostalgia… non c’è tempo, bisogna guardare avanti, prepararsi ai bei giorni che verranno e lottare perchè siano bei giorni. :rock:

Lottare. In un modo o nell’altro molte cose sono cambiate… nel cuore e nella testa. Questo è un bene, il cambiamento significa rinnovamento, evoluzione, miglioramento.

La prima cosa che è cambiata è la mia indipendenza, che si è cominciata ad avverare a settembre 2005, quando ho spiccato il volo da casa e dalla ditta dove lavoravo prima. Ho rotto due paia di catene, non è stato facile anzi non lo è tutt’ora. Ma in un certo senso la libertà  che ho riacquistato non ha prezzo.

La seconda cosa che è cambiata è che è mutato il mio desiderio di andarmene dall’Italia. Se in un primo momento era l’odio per questo paese e i suoi sciocchi abitanti a darmi la spinta ad andarmene, a FUGGIRE, ora la cosa è cambiata. L’impulso a non stare nello stesso posto, a voler vedere il mondo, è fortissimo in me. E’ un sentimento che ho sempre avuto, ma che in un certo senso era rimasto sopito. Posso rinunciare a tutto il superfluo, ma mi piacerebbe girare il piu’ possibile invece che avere le chiappe incollate alla sedia.
Vedremo come si concretizzerà  la cosa, un paio di buoni ganci per l’inghilterra e per l’irlanda li ho, forse anche per la fantomatica Vancouver… Ma ovviamente quando uno sarebbe anche spiritualmente pronto a viaggiare, le cose cominciano a girare in maniera tale da costringerlo a restare.
Insomma non sto scappando da nulla, voglio solo vivere a modo mio!

Non mi lamento ovviamente, ma la terza cosa che e’ cambiata e’ la mia paranoica ossessione per la pianificazione. Se e’ vero che avere un programma predeterminato porta innegabili vantaggi, non si può negare che vivere la vita in maniera più “vichinga” consente di vivere in maniera più avventurosa ed eccitante. La vita come una barca che sfida coraggiosamente il mare, pronta ad affrontare ogni insidia nella miglior maniera possibile. (o meno peggiore).

A ben pensarci siamo entrambi esseri d’aria e abbiamo delle ali. Le nostre ali ci porteranno lontano… e poi ci ritroveremo ancora… e se sarà  al Roxy Bar sarà  solo per appicargli fuoco e danzare alla luce delle fiamme 😉

C’e’ solo un problema in tutto questo… quando la gente mi chiede “come va?” mi verrebbe voglia di dire “ora ti spiego il mio punto di vista…” e invece per non farli addormentare mi devo limitare ad un “benone”. Bah, sono i limiti dell’espressione verbale. 😉

La telepatia è rock! :rock:

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Auguri di compleanno

Oggi fanno gli anni due persone straordinarie: la mela savonese renetta e Shan-poo di Roma.

Vorrei dire 100 di questi giorni, ma viste le prodigiose conquiste della scienza medica, possiamo tranquillamente dire “150 di questi giorni”, senza timore di essere smentiti. :rock:

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Roma eterna…

Eternamente incasinata!
Sono stato ospite di volti amici (grazie Elo e Gwineth!) in concomitanza del weekend del primo maggio e non sono andato al concerto del primo maggio, visto che non c’erano gruppi interessanti 😉
Devo dire che non essendo sceso in concomitanza di fiere o altri eventi, ho potuto girellare in tranquillita’ per varie zone di roma, mi sono visto un po’ la zona Eur-Garbatella e siamo andati a vedere il cosidetto “buco di Roma” sull’aventino.

Cos’e’ il “buco di roma” ? Qualcuno ha costruito un vialetto alberato da cui si vede il Cupolone di San Pietro e per fare rosicare gli altri ha ben pensato di mettere un pesante portone con una grossa toppa della chiave (probabilmente delle dimensioni di un mattarello a questo punto). Ebbene la gente fa la coda per inchinarsi un attimo e vedere San Pietro attraverso questo pertugio… Interessante, ma ci si rende perfettamente conto che il Cupolone e’ una versione monca della Mole Antonelliana. Che copione Michelangelo! (A chi obbiettasse che la Mole Antonelliana e’ piu’ recente, deve sapere che in realta’ e’ un monumento quadridimensionale che una volta completato ha iniziato a replicarsi nel tempo, sia verso il passato che verso il futuro. In effetti e’ possibile sperimentare questo effetto facendo la coda per salirci, solitamente si viaggia un’ora nel futuro).

Devo dire che Roma è una bella città  tenuta male.
Se anche i Romani amano la loro città , sicuramente non la rispettano. Insomma è come avere una macchina di lusso e poi mangiarci la pizza dentro: uno spreco.

Il traffico è spaventoso, convulso, disordinato. Il problema dei parcheggi è terrificante, sembra di essere sulla riviera ligure in agosto. I mezzi pubblici, mi dicono i romani, sono erratici e scarsi.

Ed e’ un peccato, perchè la città  (nonostante non abbia la pianta romana 😉 ) ha davvero degli scorci stupendi, c’è un sacco di verde e ha una bella vita notturna.
Comincio a capire perche’ gli antichi romani hanno conquistato il mondo… perchè volevano trovare parcheggio facilmente 😉

In compenso in una trattoria semi-nascosta dentro Garbatella ho mangiato uno dei migliori cuscus con carne e verdure di sempre. Il posto sembrava un bunker gastronomico (era sotto il livello della strada) ma la sopravvivenza era garantita 😉

E lunedì sera ho anche potuto fare la guest star in una partita di Dnd con ambientazione Planescape, con gwineth come master. 🙂 Cosa facevo ? Un AAsimar mercante di sementi rare 🙂 La prossima volta però voglio fare il ranger di 30esimo livello, chiaro ? Sarò l’Avatar di Chuck Norris 🙂

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Once were gamers

Questo blogger è stato a Modena, durante lo scorso weekend.
Questo blogger ha passato due splendidi giorni assieme ad amici ed amiche, ha rivisto persone che non vedeva da troppo tempo, ma sopratutto ha riscoperto una parte di se stesso che pensava fosse sopita e/o decrepita.

Questo blogger ha parlato con una persona per lui molto importante questo lunedì ed egli spera che torni presto.

Questo blogger vorrebbe sentire ‘K’, perchè sa che lei non sta bene e vorrebbe tirarla su di morale. ‘K’ so che ogni tanto mi leggi, fatti viva per favore.

Questo blogger ha avuto un sacco di savonesi come ospiti durante il ponte del 25 aprile e anche se il tempo atmosferico non è stato dei più gradevoli egli ha beneficiato della loro splendida compagnia. E si augura di rivederli presto perchè con loro si trova tanto bene.

Questo blogger si rende conto che parlare in terza persona non è sintomo di sanità  mentale, ma egli è anche convinto di avere un paio di germi in corpo che stanno ballando la macumba, perchè è l’una passata al momento in cui scrivo e non ho appetito. Ma questo non basterà  a fermarmi perchè dal 29 all’1 maggio sono a Roma, ospite di persone a me care. (tra cui gwineth, che non vedo dal vivo da troppo tempo)

E per terminare, un pezzo di “the fallen” dei franz ferdinand, che non c’entra un casso, ma ci sta bene.
Some say you’re trouble, boy
Just because you like to destroy
All the things that bring the idiots joy
Well, what’s wrong with a little destruction?

:rock:

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Chi sono io Cose interessanti

Per avere felicità

“To have joy one must share it. Happiness was born a twin.” (Lord Byron)

Grazie per averla condivisa con me 🙂